La prima dell’arcivescovo: "Un suicida e un climber eventi che interrogano"

Il parallelo fra la tragedia di Sollicciano e il Duomo scalato per un like. Carcere, giovani, pace, lavoro: i temi dell’omelia nella festa del copatrono.

La prima dell’arcivescovo: "Un suicida e un climber eventi che interrogano"

Il parallelo fra la tragedia di Sollicciano e il Duomo scalato per un like. Carcere, giovani, pace, lavoro: i temi dell’omelia nella festa del copatrono.

La prima volta da capo della Chiesa fiorentina per la festa del copatrono San Lorenzo, è stato per monsignor Gherardo Gambelli un ritrovarsi tra gli affetti più cari: il priore don Marco Domenico Viola, cui ha fatto da chierichetto a Castelfiorentino, e il viceparroco della basilica, don Leonardo Salutati, suo compagno di seminario (con qualche anno in più - classe 1961 - perché Leonardo ha avuto una vocazione tardiva: laureato in economia e commercio, lavorava in banca). Monsignor Gherardo, nella sua lunga omelia, ha avuto modo di illustrare in maniera molto diretta quella che sarà la sua azione pastorale, vicina ai fragili, ai lavoratori e al popolo che gli è stato affidato: "Nella figura dei santi, - ha esordito - siamo invitati a riconoscere la forza dell’amore di Dio che trasforma i cuori delle persone, rendendole capaci di compiere il bene non con tristezza, né per forza, ma volentieri, con gioia".

E poi tre immagini per illustrare l’attualità di una figura come San Lorenzo, caro ai fiorentini: la borsa, la graticola, le stelle. Parlando del primo segno, la ricchezza vera è accogliere "l’amore gratuito del Signore per diventare capace di riconoscere la dignità e la ricchezza di ogni creatura umana, soprattutto quelle dei più piccoli e insignificanti agli occhi del mondo". L’immagine della graticola si avvicina a quella della grata del carcere e anche a quella di una scala. "Nel mese di luglio, più o meno negli stessi giorni, - ha proseguito monsignor Gambelli - nella nostra città un giovane si è suicidato nel carcere di Sollicciano, mentre un altro si è arrampicato sulle impalcature della cupola del Duomo per fare un video da diffondere sui social. Questi eventi ci interrogano profondamente: da una parte una persona talmente disperata da non trovare più alcun senso alla propria vita e dall’altra un coetaneo che si espone a incredibili rischi solo per essere visto e incrementare il numero di like sul suo profilo. San Lorenzo, secondo la tradizione, è morto giovane a 33 anni, in nome della fedeltà al Vangelo, dopo aver scalato le vette più difficili dei monti dell’egoismo e dell’indifferenza. Come lui, ancora oggi grazie a Dio, molti giovani sono capaci di gesti coraggiosi di generosità e di solidarietà che non sono certo quello di salire sulla cupola di notte e di nascosto. Ma noi adulti, sappiamo davvero aiutarli a realizzare i loro sogni più belli?".

E qui il messaggio è indirizzato alla prima cittadina, Sara Funaro, anche lei al debutto nella solennità del copatrono: "Una strada da percorrere potrebbe essere quella tracciata dal Venerabile Giorgio La Pira che elencava gli obiettivi della Giunta con queste parole: “C’è poi un terzo obiettivo che è forse il più importante. Firenze rappresenta nel mondo qualche cosa di unico. Ora, qual è il bisogno fondamentale del nostro tempo? Dare allo spirito dell’uomo quiete, poesia, bellezza. Firenze ha nel mondo il grande compito di integrare con i suoi valori contemplativi, l’attuale grande civiltà meccanica e dinamica”. La quiete sui volti è strettamente legata alla quiete del cuore. La vera via della pace, come ci ricorda papa Francesco è quella che passa dall’impegno perché tutti abbiano una casa, una terra, un lavoro. Vorrei esprimere, in tal senso, la mia vicinanza ai lavoratori di tutte le aziende in difficoltà, come quelli della piana fiorentina coinvolti nella crisi della pelletteria e del comparto moda, e ai dipendenti della ex Gkn che chiedono il pagamento degli stipendi e attendono la definizione di un piano che possa concretamente offrire una definitiva e positiva soluzione ai loro problemi". Infine le stelle, impegno per i cristiani, tutti, anche i fiorentini, a essere come dice San Paolo "astri del mondo".

Duccio Moschella