Saranno destinati anche a Firenze i militari in più che presidieranno strade e stazioni ferroviarie. Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, che ieri mattina era a Firenze per incontrare gli allievi della scuola Giulio Douhet dell’Aeronautica militare con sede alle Cascine, uno dei luoghi di Firenze dove è più sentito il problema della sicurezza. Proprio sul presidio del territorio, Rauti ha ribadito l’incremento dei militari da impiegare sulle strade del Paese. "La novità introdotta dalla recente legge finanziaria – ha detto – prevede l’aumento delle unità dell’operazione ‘Strade sicurè. Da 5mila passiamo a 6mila soldati per il controllo del territorio. Col 2024 inoltre abbiamo aggiunto anche il progetto ‘Stazioni sicure’, dove ci sarà il monitoraggio dei maggiori nodi infrastrutturali ferroviari, con 800 tra uomini e donne in divisa che saranno impiegate per tenere in sicurezza proprio le stazioni". Firenze è tra i luoghi scelti per il progetto, ha concluso Rauti, precisando anche che è in corso di valutazione il numero di militari in più agli attuali che saranno impiegati in città e comunque a rotazione anche negli altri centri interessati dal progetto. Il sottosegretario alla difesa ha fatto anche un punto sugli attuali impieghi all’estero delle nostre forze armate: "Gli scenari sono critici, preoccupanti a livello internazionale ma il mondo della Difesa è attrezzato – aggiunge –, e quando dico attrezzato non significa esserlo soltanto per la guerra.
Significa essere attrezzati per costruire la pace". Isabella Rauti è stata accolta dal comandante dell’Istituto di scienze militari aeronautiche, generale Giovanni Adamo e dal comandante delle scuole dell’aeronautica, generale Silvano Frigerio. Accompagnata dal comandante della scuola Douhet, colonnello Massimiliano Macioce, ha visitato la scuola, incontrando gli allievi che erano impegnati nelle lezioni. La Douhet è una delle eccellenze formative delle forze armate, capace di competere con Nunziatella e Teulié dell’esercito e Morosini della Marina.
Fabrizio Morviducci