La protesta del tifo. Gli ultrà restano fuori: gli assenti sono seimila. Applausi per le vittime

Fiorentina-Juventus si è giocata ma senza lo zoccolo duro dei supporter viola, che come annunciato non sono entrati in curva . Una scelta che ha diviso la politica. Per la Lega calcio si poteva giocare.

La protesta del tifo. Gli ultrà restano fuori: gli assenti sono seimila. Applausi per le vittime

La protesta del tifo. Gli ultrà restano fuori: gli assenti sono seimila. Applausi per le vittime

FIRENZE

Il cuore della Fiesole, l’anima della curva, la casa degli ultras, resta vuota. Lo zoccolo duro del tifo viola lo avevo detto, per solidarietà al popolo di Campi Bisenzio e per protesta contro il governo del calcio che non ha ascoltato neanche i politici che hanno sposato lo spirito ultrà. "Noi non ci saremo", avevano annunciato. E così è stato (secondo i dati della società seimila persone hanno disertato lo stadio, pur avendo acquistato il biglietto). Fiorentina-Juventus si è giocata. Ma con una toppa bianca al centro della Fiesole. Senza la solita coreografia che accompagna il match più atteso, senza la spinta di tamburi e megafoni. Però c’è stato un minuto di silenzio, accompagnato da un commosso applauso di ogni settore. Giocare o non giocare: la vigilia si è attorcigliata attorno a questo dibattito. Il ping pong è stato innescato da un comunicato della Fiesole. Gli ultras avevano prima chiesto che non si giocasse. Poi, compreso che le Lega Calcio non pareva considerare l’ipotesi di un rinvio, hanno preso la posizione più drastica.

Drastica, ma non isolata. L’ex sindaco Matteo Renzi e la sua Italia Viva si sono schierati nettamente con i tifosi. "Ci sono tanti territori ancora in difficoltà intorno a Firenze, non è logico mandare centinaia di poliziotti, carabinieri, soccorritori allo Stadio anziché a Campi Bisenzio o a Quarrata. Chiedere il rinvio è una cosa semplice e doverosa: peccato che solo gli ultras abbiano detto la cosa giusta mentre le istituzioni invece stiano facendo una cosa profondamente sbagliata. Grazie di cuore ai tifosi che si dimostrano più sensibili e umani dei gestori del sacro business del pallone", ha detto Renzi, che ha annunciato anche un ’interrogazione in parlamento. E Francesco Bonifazi, deputato renziano, ha chiamato in causa il sindaco di Firenze, Dario Nardella: "Faccia un’ordinanza. Se non la fa lui che ci pensi il Governo. La partita va rinviata: prima i soccorsi, poi penseremo al business della Lega Calcio". Anche il sindaco di Bagno a Ripoli, Casini, ha criticato la scelta di giocare e, come gli ultrà, ha deciso di disertare il Franchi. Sulla posizione degli ultrà anche l’ex viola, e consigliere della Lega, Giovanni Galli.

"La decisione sull’opportunità di giocare o meno la partita spetta solo alla Lega Calcio serie A. Il Comune non ha alcuna competenza. Tuttavia condivido le ragioni dei tifosi in questa drammatica circostanza", ha risposto Nardella. Anche lui però allo stadio non c’era, perché impegnato "a seguire le operazioni di soccorso con i sindaci del mio territorio metropolitano". Pure il governatore Eugenio Giani era per il no. E si era attivato con il governo per chiedere ufficialmente un rinvio. "Spesso parliamo con sufficienza dei tifosi, in questa occasione hanno dimostrato una maturità e serietà che dobbiamo riconoscergli", ha detto Giani.

Dopo che l’Osservatorio ha confermato il fischio d’inizio alle 20.45 di ieri sera, il prefetto Francesca Ferrandino ha assicurato che lo svolgimento della partita non ha interferito "sulle attività di soccorso alla popolazione Toscana in corso in queste ore".

"Squadre di vigili del fuoco, di volontari, le colonne mobili giunte dalle regioni italiane, componenti sanitarie, unitamente ai tecnici delle aziende erogatrici di servizi, stanno svolgendo da venerdì un intenso lavoro per soccorrere la popolazione e per far sì che la situazione torni al più presto alla normalità. A queste attività sì aggiungono i servizi di sicurezza posti in essere da uomini di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che assicurano una costante attività di controllo del territorio anche per contrastare eventuali azioni di sciacallaggio".

ste.bro.