
Dimitri Bettini guida l’Anpas Toscana
Serve un nuovo approccio alle calamità. Che, purtroppo, non sono più un’evenienza molto remota ma episodi che si ripetono con una preoccupante frequenza. Ne è convinto il presidente delle Pubbliche Assistenze Toscane Dimitri Bettini. "Gli eventi calamitosi ora si susseguono al ritmo di due tre l’anno, prima eravamo strutturati per l’idrogeologico, e lo siamo ancora, ma è del tutto evidente che questo non basta più. La percezione del cittadino è che la Protezione civile sia un qualcosa di pubblico che sta in un hangar e si attiva al bisogno ma non è così. La Protezione civile è composta da tutti i cittadini. Abbiamo bisogno di una sensibilizzazione forte, soprattutto relativo al fatto che la Protezione civile non può essere demandata solo ai volontari e alle istituzioni".
Nell’emergenza della scorsa settimana, però, la presenza del volontariato spontaneo è stata molto forte… "Sì, e proprio sulla scorta di questo fatto noi abbiamo bisogno di lanciare un messaggio. È importante che le istituzioni si spendano da questo punto di vista per promuovere la formazione di chi si presta con generosità. Noi abbiamo alcuni progetti in campo in questo senso, la buona volontà deve essere incanalata. Per questo coi responsabili della protezione civile, Roberto Poggiani e Marco Lattanzi, stiamo lavorando per un riassetto del settore che potenzi la naturale attitudine dei volontari a essere presenti quando c’è necessità e con la capacità anche di coordinare chi invece, non organizzato, si presenta spontaneamente per dare una mano".
Quale deve essere il ruolo delle istituzioni in tutto questo? "Devono fare da collante. Io credo che in questa situazione il convitato di pietra sia la burocrazia: noi abbiamo costruito un sistema di regole talmente complicato da attuare che, anche se un cittadino si mette a disposizione come accaduto in queste settimane, è difficile agire. Se c’è necessità di istituzionalizzare questo volontariato spontaneo chi meglio delle associazioni organizzate, che lavorano in sicurezza, attraverso grossi input formativi, può farlo? Qualcosa però bisogna fare, non si può aspettare la prossima alluvione per muoversi".
Cosa chiedete alla politica? "Chiediamo attenzione sicuramente e di farsi carico del problema non solo nel giorno in cui gli eventi si verificano. In Toscana siamo fortunati perché il rapporto con le istituzioni è molto diretto. Sono rimasto invece molto meravigliato del fatto che il Governo non abbia proferito una parola su quanto accaduto negli ultimi giorni. Spiace perché sembra che sia tutto dovuto, questo silenzio ci tocca come se le alluvioni avessero un colore e noi non lo vogliamo".