CARLO CASINI
Cronaca

La prova sul campo. Fiorentini bravi a riciclare. Però il tetrapack confonde

Una bottiglia di plastica, una lametta, una penna, dei brick, una busta e un paio di scarpe. La maggior parte sa dove conferirli, ma qualcuno sbaglia. E c’è chi decide di non differenziare .

La prova sul campo. Fiorentini bravi a riciclare. Però il tetrapack confonde

Caterina Brogi e Antonio Benvenuti hanno superato il test a pieni voti

La quota di rifiuti differenziati in città è in crescita, ma la percentuale ancora non riciclata è comunque ancora rilevante. Un bel ruolo lo gioca l’inerzia dell’utente, ma talvolta non è facile differenziare e può capitare di sbagliare: basta pensare al caso del tovagliolo, che se è solo sporco di cibo va nell’organico, se invece è contaminato da detergenti, va nell’indifferenziato; oppure il bicchiere rotto che non va buttato nel vetro ma portato a un ecocentro.

Bisogna essere esperti in scienze dei materiali per buttare via la spazzatura? Il libriccino fornito da Alia e la pagina ‘Dove lo butto’ sul sito dell’azienda risolvono molti dubbi; ma quanto sono esperti i fiorentini nel fare una corretta differenziata? Non rimane sperimentarlo: abbiamo scelto sei rifiuti comuni. Uno basico, la classica bottiglia in pet. Gli altri cinque invece non di rado confondono: una lametta da barba e una penna biro, che seppure di plastica e metallo vanno nella raccolta indifferenziata; un sacchetto del reparto ortofrutta del supermercato, che non è di plastica ma di materiale compostabile e va nell’organico; un paio di scarpe rotte, che se fossero state ancora buone si sarebbero potute donare nei cassonetti gialli degli abiti usati, ma poiché sono inutilizzabili, vanno invece nell’indifferenziato; e dei brick di succo di frutta che, per quanto a volte riportino scritto di smaltire nella carta, a Firenze si buttano in ‘imballaggi e contenitori’ (ex plastica e lattine). I risultati sono stati soddisfacenti, ma ancora manca qualche consapevolezza. La bottiglia di pet è stata come presupposto indovinata da tutti. Quello che ingenera più confusione invece è il poliaccoppiato del succo di frutta, che a Firenze va nei contenitori, mentre in altri posti nella carta.

"Nel cassonetto giallo della Caritas le scarpe, la busta della verdura nel compostabile – inizia bene Iole Cartoli, ma poi sbaglia sulle ultime – Nella carta i succhi, nella plastica penna e lametta.. o no? È un gran pasticcio a volte".

Caso vuole che la seconda persona incontrata in strada sia un addetto ai lavori: "Ho lavorato quarant’anni nel settore – ride Alessandro Signorini– Le scarpe nell’indifferenziata o, se sono ancora utilizzabili, a un centro di raccolta dove sono attivi progetti di recupero. I brick dei succhi sono poliaccoppiato e vanno nel multimateriale/imballaggi: da lì finiscono alla Revet a Pontedera e vengono separati i componenti. Le lamette e la penna per forza nell’ indifferenziato, non si possono differenziare. La bustina è in bioplastica flessibile e può andare con l’ organico, cosa diversa per le bioplastiche rigide perché ancora gli impianti non sono organizzati per il compostaggio, ma presto lo saranno".

"Sono molto attenta e se ho dubbi consulto il libriccino", assicura Grazia Meconcelli e specifica: "I brick nel multimateriale, in alcuni comuni però vanno nella carta". E infatti si confonde Matteo Tacchia, che era partito alla grande: "I succhi nel cartone". Ma è giustificato: "Anche se ora abito a Firenze, non sono originario di qui". Fa en plein Iacopo Vadi:, nonostante sia giovanissimo è già esperto e si accorge pure del dettaglio: "I succhi sono in tetrapack perciò negli imballaggi multimateriale, ma la cannuccia va tolta e buttata nell’indifferenziato". Pieni voti pure per Caterina Brogi e Antonio Benvenuti.

Ma c’è anche chi proprio non ne vuol sapere: "In teoria lo so. Ma in pratica poi sto in 50 metri quadri, faccio tutta una busta e via, dove li potrei tenere tutti questi secchi?", domanda un’anziana. E poco dopo rincara la dose Mario: "In zona mia c’è il porta a porta, secondo voi gli scarti di cucina con questo caldo aspetto tre giorni che passi l’organico? Sai che puzza?".