FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

La qualità dell’aria per Legambiente. Biossido d’azoto: città rimandata. Benino per le polveri sottili

Polveri sottili, benino. Biossido d’azoto, si potrebbe fare meglio. E’ la situazione di Firenze che emerge dal rapporto ‘Mal’aria...

Polveri sottili, benino. Biossido d’azoto, si potrebbe fare meglio. E’ la situazione di Firenze che emerge dal rapporto ‘Mal’aria...

Polveri sottili, benino. Biossido d’azoto, si potrebbe fare meglio. E’ la situazione di Firenze che emerge dal rapporto ‘Mal’aria...

Polveri sottili, benino. Biossido d’azoto, si potrebbe fare meglio. E’ la situazione di Firenze che emerge dal rapporto ‘Mal’aria di Città’ di Legambiente, presentato dal direttore di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, dal geologo Andrea Minutolo, coi dirigenti di Arpat Pietro Rubellini e Marcello Mossa Verre. Se sul fronte del Pm10 Firenze non compare nelle classifiche di Legambiente delle città più inquinate, la presenza invece viene ribadita nella classifica che riguarda un altro inquinante tipico dei centri urbani, ossia il biossido di azoto. Si tratta di un inquinante principalmente dovuto al trasporto su strada che contribuisce notevolmente all’esposizione della popolazione a concentrazioni che nuocciono alla salute. Firenze è al quattordicesimo posto della classifica tra le città d’Italia, con una media annuale di 27 microgrammi per metro cubo d’aria. Al primo posto ci sono Napoli (40,3), Palermo (39,8), Milano (33,4). Dando un’occhiata alle medie toscane sul Pm10, è Lucca (26 micro grammi/mc) la città con più emissioni, seguita da Firenze (24) e poi Prato (23), Arezzo e Pisa (22). La classifica cambia sul biossido d’azoto con Firenze in testa (27), seguita da Siena (26) e Grosseto (22). La più virtuosa in questo caso è Pistoia (16). Legambiente ha diffuso i dati sull’inquinamento nelle principali città italiane in occasione dell’avvio della campagna itinerante Città2030. Per l’associazione ambientalista è fondamentale investire nella mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedonali e ciclabili. Urgente anche intervenire su riscaldamento domestico e agricoltura, riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria". A cinque anni dai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, le città italiane sono drammaticamente impreparate.

Fabrizio Morviducci