La questione stadio agita i sonni. Il summit non basta per ricucire. Fiorentina e Comune lontane

Due ore in prefettura ma le posizioni restano distanti: il club boccia Empoli e Padovani e preme per restare al Franchi. Palazzo Vecchio al lavoro sullo slittamento dei lavori.

La questione stadio agita i sonni. Il summit non basta per ricucire. Fiorentina e Comune lontane

La questione stadio agita i sonni. Il summit non basta per ricucire. Fiorentina e Comune lontane

di Stefano Brogioni

FIRENZE

La soluzione, per il Franchi e il terreno di gioco della Fiorentina durante i lavori, non c’è.

"Non si poteva pretendere di uscire dopo due ore con una soluzione immediata - dice la prefetta, Francesca Ferrandino -. Ci siamo dati un tempo molto breve per sviscerare una serie di questioni". Ma la soluzione è lontana. Lontanissima.

Due ore di summit in prefettura. Un tavolo a ferro di cavallo con, ai lati della ’padrona di casa’, il governatore Eugenio Giani da una parte, il sindaco Dario Nardella dall’altra. Fiorentina e Empoli sono sedute accanto, con Joe Barone e Luca Lotti. Da quelle parti, anche la sindaca di Empoli, Brenda Barnini.

Pare uno schieramento che ricalca le posizioni. I due club e la rappresentante dell’amministrazione sembrano i più freddi sull’ipotesi che il Castellani ospiti le partite della Fiorentina orfana del Franchi per il restyling già in parte finanziato con 150 milioni di fondi pubblici.

"Abbiamo posto tutte le varie situazioni e problematiche, è stata una riunione interlocutoria - dice Barnini -. Era il primo momento in cui tutti i soggetti venivano messi allo stesso tavolo dal punto di vista istituzionale, il Comune di Empoli ha ribadito la posizione che era già nota prima". Niente “convincimento“? "No, assolutamente come siamo entrati, siamo usciti, anzi mi pare di poter dire che le ragioni che il comune di Empoli ha esposto fino a qui siano state forse maggiormente comprese".

Già, le ragioni: la Fiorentina - che ha commentato il summit con un "nulla da dichiarare" - è ancora senza un campo (che dal canto suo significa anche perdere introiti da botteghino e sponsor) e si percepisce freddezza per ognuna delle soluzioni prospettate al tavolo: né Castellani, né Padovani. Per il dg Barone, c’è solo il Franchi.

Quindi ok allo slittamento dell’inizio dei lavori ("Questa è un’opzione di cui abbiamo parlato", dice Nardella) possibilità comunque da vagliare dal punto di vista tecnico e con il Governo per non perdere i fondi del Pnc. Il tutto reso più intricato dalle prossime elezioni. Ci sono altri paletti temporali a rendere ogni giorno più complicata l’operazione. Il 30 aprile, la Uefa deve sapere dove la Fiorentina giocherà le Coppe: a questo punto Reggio Emilia, o Bologna in considerazione del buon rapporto fra Commisso e Saputo. Il 4 giugno, si deve comunicare il campo di gioco per il campionato. La Lega, presente al tavolo, ha spiegato che non può esistere incognita su più campi. E i tempi sulla realizzazione del Padovani non possono essere definiti in altro modo. Per Nardella "è fondamentale da un lato salvare i 150 milioni di euro che abbiamo ottenuto con grande fatica, cosa che nessun’altra città italiana ha ottenuto, per il nuovo stadio ‘Franchi’, e dall’altro andare incontro alle esigenze della squadra, dei tifosi e della società viola, individuando la migliore soluzione possibile perché ritengo che le due cose possano stare insieme. Abbiamo la possibilità di esaminare ed anche agire su più fronti in questi giorni insieme, assumendoci ognuno il proprio compito". Il governatore Eugenio Giani auspica che prosegua il dialogo. Ma a quel tavolo, c’era il gelo.