Festa nella sala della Compagnia della Chiesa di Decimo a San Casciano per festeggiare i cento anni di nonna Bruna Zecchi. Ricama e legge senza occhiali, mangia di tutto con gusto e si concede ogni giorno un goccio di Chianti Classico, ama camminare e cucinare secondo le ricette di famiglia. Due figli, Marta e Mario, nonna di quattro nipoti e sette bisnipoti, nonna Bruna ha festeggiato il secolo di vita con tantissimi, tra parenti, amici, e tra di loro il sindaco Roberto Ciappi. Bruna Zecchi, classe 1925, è nata a Firenze ma ha sempre abitato a San Casciano. Prima, con la famiglia alle Quattro Strade, poi da sposata a Montepaldi. Il marito Carlo Margheri era un partigiano e lei, ventenne, lo incontrò in uno dei nascondigli dove si rifugiava per scampare ai bombardamenti tedeschi. Momenti tragici che tornano nitidi alla mente di Bruna. "Le immagini che ricordo più delle altre sono due", racconta. "Una la ‘sento’ ancora, più che vederla, è il rumore della guerra, il fischio assordante degli ordigni che passavano sopra la nostra testa. E poi il silenzio della violenza e della morte. L’altra immagine è il proiettile di una mitragliatrice che si conficcò in una parete della cantina dove eravamo sfollati e che ci lasciò miracolosamente illesi. Ci sono toccate tante brutte cose che non ci meritavamo, ma siamo qui a raccontarle. Quello che mi auguro è che ‘un tocchi’ nulla di tutto questo ai miei nipoti".
Andrea Settefonti