DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

La ragazza che sognava il Paradiso. Maria Cristina Ogier 50 anni dopo

Domani alle 18 a San Miniato al Monte la solenne liturgia presieduta dall’abate Bernardo Gianni. La giovane fiorentina, morta nel ’74, è stata dichiarata Venerabile nel maggio scorso da Papa Francesco.

La ragazza che sognava il Paradiso. Maria Cristina Ogier 50 anni dopo

"Cosa vuole da me il Signore?": Maria Cristina Ogier (1955-1974) se lo chiedeva sempre e per le risposte che è riuscita a trovare nel corso della sua breve, ma ricchissima vita, è stata dichiarata Venerabile nel maggio scorso da Papa Francesco, dopo che a livello diocesano l’inchiesta canonica si era aperta il 19 settembre 2013 e chiusa l’8 gennaio 2016, mentre la traslazione dei resti dal cimitero delle Porte Sante, dove Maria Cristina riposava insieme ai genitori Gina ed Enrico, è avvenuta giusto un anno fa. Evento dal significato straordinario seguito il 20 maggio dall’ulteriore riconoscimento della Venerabilità, come Giorgio La Pira, il cardinale Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni e altri testimoni luminosi della Chiesa fiorentina del ’900.

Domani il calendario propone un altro momento importante con il cinquantesimo anniversario della giovane Serva di Dio, fiorentina fino all’osso, morta a Roma dove si trovava per alcune cure, l’8 gennaio 1974. È la solenne occasione, alle 18 in basilica, per una liturgia presieduta da padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte e concelebrata dal postulatore della causa di canonizzazione, il padre domenicano Francesco Maria Ricci, nella quale fare memoria del cammino terreno di Maria Cristina Ogier e guardare al futuro perché la Venerabilità sia seguita dalla Beatificazione. I segni prodigiosi, per intercessione della ragazza, non sono mancati e sono agli atti della Congregazione per le Cause dei Santi. Ma c’è da pregare, e tanto, per il miracolo, il fatto inspiegabile di grazia e guarigione, che possa far salire sugli altari la piccola Ogier.

Pronta a battersi per la vita nascente, tanto che il primo Centro di Aiuto alla Vita italiano, attivo dal 1975 nel complesso di San Lorenzo, porta il suo nome grazie all’impegno del padre Enrico, ginecologo famoso, Maria Cristina ha dimostrato che i cammini di santità non sono missioni impossibili, anche restando al fianco dei malati, lei malata a sua volta, come dama dell’Unitalsi, o impegnandosi per le missioni, da terziaria francescana e soprattutto amica dei più dimenticati, da amare tutti senza distinzione. Il suo amore senza confini le suggerì di allestire un battello fluviale attrezzato a piccolo ospedale che inviò nel Rio delle Amazzoni e che fu varato con il suo nome, grazie anche all’aiuto dei portuali di Livorno, rimasti affascinati dalla semplicità e dalla determinazione di Maria Cristina.

Il tumore al cervello che si era manifestato in lei fin dall’età di 4 anni ne ha condizionato anche gli ultimi giorni, ma l’angoscia e la paura non l’hanno piegata. La sua fiducia era così totale da farle mormorare poche ore prima della morte: "Ora sono pronta Signore, sono pronta, sono veramente pronta". Un esempio che ritroviamo nei grandi mistici. Ma le opere che ha contribuito a far nascere dimostrano quanto la ragazza fosse anche una piccola, grande donna della carità, soprattutto nel sostegno alle persone con disabilità. Sono tante le iniziative a suo nome attive in vari Paesi. Per restare in Italia, nel 1976 è stata aperta la casa femminile di viale Galileo, che accoglie ora dieci donne, e, nel 1982, quella maschile di via Fortini, da 15 posti. È l’associazione Maria Cristina Ogier a occuparsene, insieme alle suore della congregazione dello Spirito Santo. Una gioia grande che non fa sentire il peso della parte organizzativa, assicurano il presidente Enzo Benucci e il direttore delle case famiglia Antonio Borgioli. "Il più felice dei miei giorni sarà quando avrò dato la vita per voi": ha lasciato scritto a proposito dell’Africa, Daniele Comboni, il Santo missionario. Un esempio di come farsi prossimo nella carità che Maria Cristina ha reso concreto.