FIRENZEUn colpo da 300mila euro, in pieno giorno, in pieno centro. Tra le vetrine illuminate a festa per il Natale, turisti proiettati verso il Ponte Vecchio e fiorentini indaffarati per l’acquisto dei regali. In questo contesto, una banda di quattro persone, lunedì scorso, ha messo a segno una roboante rapina alla gioielleria "Gold & Florence" di via Por Santa Maria.
Ma i poliziotti della Squadra mobile della questura di via Zara, hanno già dato nome a un membro di questa banda, probabilmente l’organizzatore e la mente.L’uomo, un 26enne albanese, è stato sottoposto a fermo per l’accusa di rapina aggravata in concorso con persone al momento rimaste ignote. Al momento: perché le indagini degli agenti guidati dal dottor Roberto Di Benedetto viaggiano spedite, in una precisa direzione.
Ma facciamo un passo indietro. Fino alla mattina di lunedì 16 dicembre. Intorno alle 10.30, è stato ricostruito anche grazie alle immagini dell’impianto di videosorveglianza della gioielleria, tre persone, con il volto parzialmente travisato, sono entrate all’interno dell’attività. Mentre una di loro avrebbe oltrepassato il bancone e bloccato le braccia del dipendente del negozio – il quale fortunatamente non ha riportato lesioni – le altre due avrebbero razziato gli espositori e le vetrine asportando numerosi gioielli e preziosi, per un valore commerciale al momento stimato intorno ai 300mila euro. I rapinatori si sarebbero poi velocemente allontanati con il bottino del colpo.
Le indagini, immediatamente avviate dalla Squadra Mobile della Questura, hanno evidenziato la presenza, poco distante dall’attività commerciale oggetto della rapina, di un quarto presunto complice, al quale, i materiali esecutori della rapina avrebbero consegnato la refurtiva poco prima di far perdere le proprie tracce.
Secondo l’ipotesi investigativa, infatti, quest’ultimo avrebbe seguito a distanza tutte le varie fasi dell’episodio facendo da “palo” ed utilizzando per i propri spostamenti diverse “mobike“, le biciclette elettriche, noleggiate anche per allontanarsi.
Sulla base di quanto emerso, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, con il sostituto procuratore Antonino Nastasi, ha emesso nei confronti dell’indagato un decreto di perquisizione e, ipotizzando il pericolo di fuga, il fermo di indiziato di delitto.
A seguito delle perquisizioni effettuate, l’uomo è stato trovato in possesso di oltre 40mila euro in contanti che, secondo gli investigatori, potrebbero essere il corrispettivo della refurtiva ricettata.
Ma le indagini proseguono: dopo la convalida da parte del gip del provvedimento della procura nei confronti dell’albanese - sottoposta a misura cautelare in carcere -, ritenuto il “regista“ della rapina, è scattata la caccia ai suoi “collaboratori“, forse personaggi assoldati per l’occasione. La scientifica ha isolato alcune tracce utili nella gioielleria, il filo delle indagini porta in direzione delle Cascine.
ste.bro.