REDAZIONE FIRENZE

La recita?A numero chiuso. Bufera di Natale all’asilo

I genitori degli alunni dell’istituto comprensivo Piero della Francesca protestano "Fanno entrare uno solo per famiglia, altra decisione assurda della preside".

FIRENZE

Ci mancava solo la recita di Natale per surriscaldare ancora di più gli animi al comprensivo Piero della Francesca. Dopo la letterina a Babbo Natale per chiedere "una scuola felice, in cui la priorità non sia la burocrazia", adesso i genitori delle scuole dell’infanzia Bruno Ciari e Gianni Rodari nelle zone di San Quirico a Legnaia-Ponte a Greve sono di nuovo sul piede di guerra. Motivo del contendere, la tradizionale recita natalizia in programma oggi.

In base alle regole specificate dalla presidenza, al gioioso appuntamento prefestivo potrà assistere un solo genitore per bambino. E se il resto dei parenti non vedeva l’ora di veder salire sul palco dell’attesa rappresentazione nipotini, fratellini e cuginetti, niente da fare. Una decisione che le famiglie contestano e su cui annunciano lotta.

"Molti di noi si presenteranno anche coi nonni e gli zii, perché certe imposizioni vanno contrastate in modo netto", l’accusa delle famiglie. "Anche le occasioni che dovrebbero essere più piacevoli e da ricordare vengono appannate da certe assurde regole prese dalla dirigente", si arrabbiano diversi genitori.

Sul banco degli imputati, ancora una volta la dirigente scolastica Annarita Fasulo, già in passato oggetto di critiche da parte dei genitori e anche del corpo docente.

"La dirigente ha anche cambiato in continuazione l’orario della recita, tant’è che, alla fine, oggi alle 16,30 molti genitori non potranno proprio venire, dato che si erano organizzati per prendere libero da lavoro la mattina - sono arrabbiatissime le mamme -. Questa disorganizzazione, unita ad un eccesso di burocrazia, ci sta facendo venire il sangue amaro".

"La dirigente proprio non ci ascolta - continuano i genitori -. Ha praticamente lasciato in vigore le norme Covid e rende il clima veramente pesante. La scuola poi sembra un ospedale: i bambini non possono più attaccare i cartelloni alle pareti, perchè a suo dire sono pericolosi in caso di incendio. E poi chi ha figli con disabilità si trova in difficoltà perché non è agevolato, come permessi orario, per far seguire le terapie ai più fragili. Basterebbe un po’ di buon senso…".

Nelle scorse settimane un gruppo di genitori si era rivolto direttamente all’Usp con una lettera dal titolo inequivocabile: "Una scuola respingente".

Ma non tutti la pensano così. C’è anche chi difende la preside, ritenendo il suo operato corretto. E tacciano i genitori che protestano di essere un’esegua minoranza rumorosa rispetto alla maggioranza silente. "Siamo sorpresi - dice una docente, anche lei chiedendo l’anonimato -. Alla secondaria di primo grado non abbiamo particolari problemi. E non è vero che i ragazzi non siano sereni, anzi. Non riscontriamo assolutamente il clima denunciato da una piccola parte dei genitori". E la dirigente? Ieri non siamo riusciti a contattarla.

E.G.