È una delle ultime eredi dell’arte del ricamo a Punto Tavarnelle. Lo ha imparato, come molte altre ai quei tempi, quando era ancora una bambina. Oggi Franca Conforti, di anni ne ha 75 ed è lei che tramanda alle ragazze come ci si districa con quel metodo nato all’inizio del secolo scorso grazie a una suora che insegnava ricamo all’asilo Vincenzo Corti di Tavarnelle.
Quando ha cominciato a ricamare?
"Avevo meno di dieci anni. Amavo ricamare in qualsiasi momento della giornata, anche quando andavamo nei campi".
Dove ha imparato?
"Mi ha insegnato la mia mamma e ho portato avanti questa passione fino all’età adulta. Anche se in realtà non ho mai smesso, mi fa compagnia in ogni momento. A mia volta ho insegnato a mia figlia Sabina Pelli. E oggi insieme a Maria Canocchi teniamo i corsi del Comune".
Cosa ricama?
"Ho la casa piena di merletto tavarnellino fatto con le mie mani e ne sono fiera, copriletto, lenzuola, tovaglie, tende, centrini".
A sua figlia piace ricamare?
"Quando ricamiamo ci sentiamo più vicine, soprattutto mi viene in mente cosa facevo con la mia mamma, come vivevamo e come conducevamo le giornate. È un tutto nel passato".
Oggi si tende a correre, chi ricama invece ha tempo di pensare, riflettere, conversare…
"Consiglio a tutti di dedicare qualche ora del proprio tempo libero al ricamo, porta serenità, crea amicizie, rallenta la velocità del vivere quotidiano".
Le piace tramandare quest’arte ai corsi di Comune e Chiantiform?
"È importante trasmetterlo ai giovani per non disperderne la memoria e il valore. Mi auguro, com’è successo nel passato, che anche le giovani possano trovare uno sbocco professionale attraverso una nuova interpretazione di questa meravigliosa arte dell’ago e del filo".
Andrea Settefonti