"Come tutte le donne anche io ho toccato con mano la disparità. È un problema culturale. La violenza non è solo fisica, ma anche psicologica, e ogni donna ci ha a che fare quasi tutti i giorni". La voglia di cambiare la rappresentazione femminile nei media, quella unire uomini e donne per invertire la narrazione delle ultime "da oggetto a soggetto". Ma anche i premi, l’attivismo e l’impegno per la parità. Quando si parla di donne e diritti Chiara Tilesi non è proprio l’ultima arrivata. La produttrice hollywoodiana ( nata a Firenze) candidata all’Oscar con il suo ultimo film "Tell it Like a Woman", ha fondato la sua casa di produzione no profit “We do it together“ proprio con questi obiettivi.
Chiara, la condizione della donna è diversa negli stati uniti rispetto a qua? "In Italia la mentalità patriarcale è più radicata, dire “sono femminista“ è quasi un’offesa. I film diretti dalle donne hanno spesso budget bassi e le distribuzioni non sono dello stesso livello. Il numero delle registe in proporzione è molto più piccolo e le donne del settore non hanno le stesse opportunità. Ma non ci sbagliamo, anche gli Usa hanno i loro problemi. C’è stato il me too, e i femminicidi sono all’ordine del giorno".
Pensi che ci siano delle narrative sbagliate della donna nel mondo del cinema? "Certo, viene rappresentata come un’oggetto, specie nelle scene sessuali.C’è un approccio violento in cui è l’uomo a possedere la donna, come se fosse una “cosa“. Ma l’oggettificazione non è solo nel cinema. La moda crea dei modelli fisici sbagliati che influiscono negativamente sulla percezione di noi stesse. Specialmente sulle più giovani. Anche questa è violenza".
Cosa pensi che possa fare una regista? "Cambiare la narrazione della donna da oggetto a soggetto. Un oggetto si possiede, un soggetto no. Il cinema crea le narrazioni, e le narrazioni creano cultura".
Cosa diresti a una ragazza che vuole fare la tua carriera? "Essere consapevole che dovrà lavorare il triplo rispetto a un uomo.Non accettare in nessun modo il compresso. Non paga mai. È importante anche non farsi scoraggiare dai dati, che testimoniano come la la donna sia nettamente penalizzata nel mondo del lavoro".
C’è una donna a cui ti sei ispirata? "Reputa Oriana Fallaci una donna straordinaria. Sono rimasta colpita dai suoi scritti. Ha intervistato le persone più importanti della terra, e molti erano uomini. Ma non arretrava, non si arrendeva mai. Non si è fermata davanti a niente. Mai Le sue interviste sono meravigliose. Aldilà delle sue visioni politiche".
E’ arrivata in America la notizia dell’omicidio di Giulia Cecchettin? "Si, è terribile. Come we do it togheter ci uniamo al movimento che sta nascendo in Italia: le piazze piene , i minuti di rumore sono momenti importanti.L’attenzione sempre alta. La storia di Giulia non deve essere dimenticata. La speranza è che sia la miccia per interventi governativi e culturali. Che le donne stanno aspettando da anni. La fiamma non si deve spegnere".