REDAZIONE FIRENZE

La ricostruzione choc: "Maati tirato giù dal bus. Poi la coltellata mortale"

Salgono a sei gli indagati per l’omicidio del 17enne di Certaldo: sono tutti di Campi Bisenzio. La dinamica: prima una rissa ai giardini.

Salgono a sei gli indagati per l’omicidio del 17enne di Certaldo: sono tutti di Campi Bisenzio. La dinamica: prima una rissa ai giardini.

Salgono a sei gli indagati per l’omicidio del 17enne di Certaldo: sono tutti di Campi Bisenzio. La dinamica: prima una rissa ai giardini.

di Stefano BrogioniFIRENZEIl primo tempo dell’aggressione è avvenuto intorno alle 5.30 nel giardino della scuola media Matteucci, nel cuore di Campi Bisenzio. Qui, Maati Moubakir sarebbe stato picchiato con bastoni e caschi, e raggiunto da alcune coltellate alla schiena.

Poi, il 17enne, ferito, sarebbe fuggito, in direzione della fermata del bus di via Tintori, ma sarebbe stato raggiunto da uno del branco, tirato giù dal mezzo, e finito con l’ultima coltellata. Un fendente al torace, quello che lo avrebbe ucciso.

E’ questa la prima ipotesi cristallizzata dai carabinieri della compagnia di Signa e del nucleo investigativo di Borgo Ognissanti, e notificata dal pm Antonio Natale ai “nuovi“ indagati alla vigilia del completamento dell’autopsia, in programma questa mattina all’istituto di medicina legale di Careggi.

Sono saliti a sei, hanno fra i 18 e 22 anni, e sono tutti di Campi Bisenzio (alcuni sono figli di immigrati) i soggetti finiti nel mirino degli inquirenti e che avrebbero avuto un ruolo - ancora da definire nei dettagli - in quell’alba di violenza dello scorso 29 settembre in cui ha perso la vita il giovane di Certaldo. Sono tutti a piede libero, almeno per ora. Ognuno di loro avrebbe tenuto "condotte differenti", ma "tutte convergenti verso il medesimo fine". E cioè far del male a Maati, ritrovatosi in questo scontro fra bande dall’innesco ancora poco chiaro.

L’accusa si concentra in particolare su uno dei più giovani di quella che sembra una “banda locale“ che avrebbe a sua volta guerreggiato con un’altra compagine di giovani, forse venuta da “fuori“ come appunto il 17enne. Sarebbe stato il giovane campigiano indagato, a “scovare“ sul bus Maati (dove forse ha cercato anche rifugio), a prenderlo per il collo e per i capelli, a tirarlo giù dal mezzo e sferrare la coltellata mortale al torace. Sabato scorso l’indagato, quando si è presentato spontaneamente ai carabinieri, non ha negato il suo coinvolgimento nei fatti, ma ha negato di essere stato l’ultimo a colpire il 17enne.

Lo scontro iniziale. I giardini della scuola Matteucci si trovano sul percorso tra chi, dalla discoteca Glass Globe (dove aveva passato la serata Maati), vuole tornare sulla strada principale di Campi, cioé via Buozzi. In questi giardini, all’alba, si sarebbero ritrovati i gruppi, senza un appuntamento vero e proprio, e si sarebbe accesa la rissa, innescata forse da una precedente liti per delle parole a una ragazza. Il gruppo di Campi Bisenzio si sarebbe armato con i bastoni e i caschi, utilizzati per far più male che con i calci e i pugni. E c’erano anche i coltelli. Uno, o forse due: stabilirlo sarà l’autopsia che comincerà stamani. Un accertamento che potrà rivelarsi cruciale, proprio per stabilire, sulla base delle ferite, se sia stata usata sempre la stessa arma (e dunque, probabilmente, abbia colpito più volte la stessa mano), o se vi fosserò più lame e dunque almeno due accoltellatori. Finora, il coltello (o i coltelli) non erano stati ritrovati. Ieri mattina però i carabinieri hanno perquisito i sei indagati, sequestrando vestiti e smartphone. Preso anche il dna.