* PROFESSORE UNIVERSITÀ
Cronaca

La salute globale passa dal verde

La difesa dell’ambiente rappresenta la questione fondamentale dell’epoca che stiamo vivendo, quella che deciderà se c’è ancora posto per l’uomo su questo pianeta. I continui attacchi all’integrità dell’equilibrio naturale, alla complessa interazione tra specie diverse di piante e animali, appaiono come minacce intollerabili per il futuro nostro e per quello di tutti gli altri esseri della Terra. Così la protezione della Natura ha un’importanza assoluta per la sopravvivenza del sistema biologico a cui siamo indissolubilmente legati. Purtroppo, in questo travagliatissimo 2022 si è riaffacciato lo spettro di una guerra globale, quella evenienza agghiacciante che credevamo di esserci lasciati alle spalle per sempre. La nostra battaglia quotidiana la dovremmo combattere, non contro altri esseri umani, ma per sconfiggere il cambiamento climatico, l’inquinamento, la perdita della biodiversità. Tutto quello che accompagna il mondo naturale è assolutamente prezioso, e, anche se sembrerebbe il contrario, si manifesta in particolar modo negli ecosistemi urbani, sempre più affollati, laddove lo spazio a disposizione per la vita è drammaticamente ridotto. Ed è anche nelle città che qualsiasi forma di esistenza va salvaguardata: gli uccelli, i piccoli mammiferi, i microrganismi nel terreno e sulle piante, il verde in generale, alberi e tutto il resto, ogni cosa va protetta e custodita, perché ogni parte dell’insieme ha una funzione indispensabile. Basti pensare che chi vive accanto al verde, anche solo quello di un buon parco, gode, in generale, di miglior salute, e ha persino una flora intestinale più efficiente. Agli attacchi che vengono portati ogni giorno contro la Natura, alla cementificazione selvaggia, dobbiamo ribattere colpo su colpo, con la resistenza verde e pacifica, nelle metropoli, all’interno dei paesi, dove possedere un patrimonio botanico è ancora più utile e più necessario che fuori porta. Se ormai è diventato comune parlare di oro verde, una ragione ci sarà. La ricerca della salute globale deve diventare il nostro mantra, la ricostruzione dello stato di benessere per il Pianeta, all’interno e all’esterno delle "urbes", un qualcosa che poi verrà restituito all’uomo e a tutte le specie viventi. Per far questo abbiamo bisogno non solo di alberi, ma anche di gente nuova per il pianeta.

* Professore Universitàdi Firenze