di Stefano Brogioni
FIRENZE
Una lettera a Papa Francesco per "abbattere il muro di omertà che ci avvolge" e "riabbracciare la nostra Kataleya". L’appello parte dei legali dei genitori della bimba scomparsa il 10 giugno scorso, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi che, per conto di Katherine Alvarez e Miguel Chicclo Romero, hanno scritto al Santo Padre. Quella di Matteoni e Zanasi è "un’accorata richiesta di preghiera e di forza per continuare a resistere nella ricerca della piccola Kata".
"Aiutateci a ritrovare Kataleya - ripetono gli avvocati -. Con la speranza che Sua Santità possa trasmettere la forza per continuare a cercare la piccola e far comprendere alla mamma che non è sola".
Da alcune settimane, il padre della bimba è nuovamente detenuto: si trova in cella a Prato, dove è stato trasferito dopo un passaggio a Sollicciano. Chicclo è finito dentro per l’aggravamento della misura cautelare a cui era sottoposto.
"I genitori chiedono che l’appello per la scomparsa della loro bambina venga diffuso con ogni mezzo - aggiungono gli avvocati -. Se tutti concorreranno al ritrovamento diffondendo le immagini, promuovendo manifestazioni e divulgando il messaggio, forse riusciremo ad abbattere il muro di omertà che ci avvolge ed a riabbracciare la nostra Kataleya".
Sono quasi cinque mesi che s’indaga su quanto accaduto all’hotel Astor di via Maragliano.
Recentemente, anche i carabinieri “Cacciatori“ sono tornati nell’immobile da dove è scomparsa Kata alla ricerca di tracce della bimba o dei suoi rapitori.
Nel frattempo, si sono conclusi anche gli interrogatori in Perù: la procura ha ascoltato una dozzina di persone vicine ai famigliari della piccola per sondare alcune ipotesi emerse in questi mesi.
Gli accertamenti erano legati a una delle piste battute dagli inquirenti, quella, suggerita dal padre della bimba scomparsa, di un rapimento per errore legato a una vendetta per una quantità di droga mai pagata.
Tra le persone ascoltate, ci sono stati uno zio paterno di Kata, detenuto in un carcere a Lima, e un altro peruviano anche lui recluso nello stesso penitenziario e coinvolto in una vicenda di droga nell’aprile 2022 proprio a Firenze. Questo altro peruviano, che è recluso in Perù per un’altra vicenda avvenuta nel suo Paese, era stato denunciato a Firenze perché trovato dalla polizia con 13 chili di marijuana in un appartamento nel quartiere di Novoli. In quell’abitazione, secondo gli inquirenti, viveva anche una donna, mamma di una bambina della stessa età di Kataleya: madre e figlia sarebbero poi andati a vivere dell’ex Astor, abusivamente occupato. Da qui l’ipotesi che
Kata sia stata scambiata per quest’ultima bambina e che sia stata rapita per una vendetta.