di Rossella Conte
FIRENZE
Al bando la vendita di borse e altri prodotti diversi da orologi e gioielli nei negozi di Ponte Vecchio. A confermare il divieto arriva la sentenza del 16 aprile 2024 del Tar Toscana, a cui l’azienda Graziella Braccialini S.p.A. era ricorsa contro il Comune di Firenze, che con il provvedimento del 5 aprile 2023 le aveva vietato la vendita di borse nel negozio di proprietà sul Ponte Vecchio in quanto non rispettano il Regolamento Unesco "non rientrando nella categoria degli oggetti preziosi". Decisione che non è andata giù a Graziella Braccialini S.p.A per cui le proprie borse "sono da intendersi come "borse-gioiello" in quanto impreziosite da metalli preziosi "oltre a portare con sé un elevato valore artigianale". Confcommercio insieme all’Associazione Ponte Vecchio, assistite dall’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason, si sono costituiti come controricorrente nel procedimento soffermandosi sulla definizione normativa di "oggetti preziosi", questione centrale del giudizio, precisando che si tratta di "qualsiasi articolo di gioielleria, oreficeria, argenteria o orologeria o qualsiasi altro oggetto costituito esclusivamente o prevalentemente da metalli preziosi, dove eventuali elementi - non in metallo prezioso - devono costituire solo piccoli ornamenti". Il Tar ha anche chiarito che "una borsa, per quanto già pregiata di per sé e per quanto possa essere ancor più impreziosita da un gioiello, ha le componenti di pelletteria che ne rappresentano la struttura portante e che, per l’appunto, fa sì che si tratti di una borsa". In buona sostanza, per il Tar, le "borse-gioiello", per quanto pregiate, non sono assimilabili agli "oggetti preziosi" confermando la legittimità del divieto imposto da Palazzo Vecchio.
"Un esito forse scontato, visti i fatti, ma di straordinario significato politico – sottolinea soddisfatto il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – Ponte Vecchio e la sua specificità commerciale rappresentano un patrimonio da difendere e tutelare. Anche nel rispetto di una vocazione e di una esclusività che non possono essere messe in discussione". Poi Marinoni conclude: "Se borse e complementi dell’abbigliamento come quelli proposti da Braccialini fossero stati vendibili nel luogo più iconico di Firenze certamente lo avrebbero fatto prima molti altri brand del territorio e non. L’impegno di tutta la comunità è quello di rispettare le regole che essa stessa si è data. E chi si affaccia in questa comunità dall’esterno è ben accetto se queste stesse regole le rispetta al pari di tutti".