REDAZIONE FIRENZE

La sera andavamo all’Alhambra

Quando venne inaugurato col nuovo arredamento, lo stupore esplose nel momento in cui riaccesero le luci per l’intervallo. Il soffitto cominciò ad aprirsi lentamente e tutti stavano con il naso all’insù a guardare le stelle mentre una densa nuvola del fumo delle sigarette fumate in sala saliva verso l’alto formando vortici e disegni che volteggiavano come giocassero. L’aria diventò fresca e trasparente e alla ripresa della proiezione il soffitto si richiuse. Non si era mai visto un cinema col tetto mobile. Ora l’Astra, il cinema di piazza Beccaria, metterà fine alla sua lunga assenza anche se riaprirà purtroppo solo alla fine di gennaio. Purtroppo perché questo cinema ed altri evocano il Natale, periodo nel quale le famiglie anche quelle che non potevano normalmente permetterselo facevano uno strappo alla regola e andavano a vedersi un film in prima visione, al Capitol, Gambrinus, Odeon, Edison e all’Astra che all’epoca si chiamava con vezzo esotico Alhambra. Nome che richiama il cinema che era dall’altra parte del viale, il Cristallo, frequentato da militari e cronisti della Nazione finché non venne demolito in modo scellerato il palazzo che lo ospitava, ritenuto architettonicamente compromettente, perché molto littorio e che era dove ora c’è l’archivio di Stato. A Natale come negli altri giorni il film in programmazione al Cristallo era preceduto da uno scollacciato varietà con ballerine allegre e generose, che erano la gioia di soldati scalmanati e rumorosi. Mentre all’Alhambra, poi Metropolitan poi Astra, a Natale, c’era una bella atmosfera familiare, le signore in pelliccia, i mariti con la cravatta, i figli coi calzettoni calanti. Ma all’uscita i due popoli si incrociavano e i ragazzi si infilavano a gruppi nelle due cabine che erano in piazza e dove si potevano fare fotografie o incidere improbabili dischi di plastica. Praticamente selfie dell’epoca e poco più che messaggi vocali. Quanto bastava per avere un’emozione vera.

Nulla tornerà come allora ma la riapertura di un cinema è una bella notizia, perché quel mondo, sia pure tra nuvole di fumo, ci aveva insegnato a stare con gli altri senza chiuderci come accade ora dentro i fili invisibili degli smartphone. Perciò è bello sperare che questa riapertura possa essere salutata come una rinascita di un luogo e di un modo di pensare e sognare.