Anche l’Anpi nazionale tiene le distanze dalla sua sezione di Bagno a Ripoli. Il convegno organizzato per il 27 gennaio (Giorno della Memoria) dal titolo "Mai più: 80 anni fa lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti. Oggi il genocidio del popolo palestinese da parte dello stato di Israele" divide sempre più nettamente l’associazione.
Dopo le nette critiche dell’Anpi provinciale, ora anche il nazionale prende le distanze dall’iniziativa che doveva svolgersi in terra di Bagno a Ripoli. La taccia come "un errore gravissimo" perché mette sullo stesso piano "l’incommensurabile tragedia della Shoah e altre pur terrificanti vicende del nostro tempo, a cominciare dall’inammissibile e vergognosa mattanza dell’attuale governo israeliano da più di cento giorni nei confronti del popolo di Gaza dopo il barbaro attacco di Hamas ai civili israeliani del 7 ottobre".
L’iniziativa promossa da Anpi di Bagno a Ripoli con l’associazione Italo-palestinese che vede, tra gli altri l’intervento dell’imam Izzedin Elzir, era stata criticata aspramente in primo luogo dalla Comunità Ebraica di Firenze e poi dall’Associazione Italia-Israele. Anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini ne aveva preso le distanze. Il circolo Crc di Antella, che avrebbe dovuto ospitare l’incontro, ha revocato la sua disponibilità di accoglienza.
Ma l’evento si farà, ha garantito il presidente di Anpi Bagno a Ripoli Luigi Remaschi: non più a Bagno a Ripoli, dove non ha trovato un luogo disponibile, ma nella sede del centro sociale Cpa di Firenze sud. E sarà sempre nel giorno della memoria. Remaschi non fa un passo indietro, ribadendo la bontà dell’iniziativa e relegando le accuse a "prive di fondamento di oggettività né storica né giuridica". Anche gli altri promotori dell’incontro, Assopace Palestina e Casa dei diritti dei popoli, vanno avanti dicendosi "sconcertati e rammaricati della posizione della Comunità ebraica, che giudica l’abbinamento proposto per la nostra iniziativa come il tentativo di creare inesistenti parallelismi fra la tragedia dell’Olocausto e il genocidio in atto a Gaza e non solo, del popolo palestinese.
Fare memoria degli orrori e dei crimini di ieri, dicono, "ha fra i suoi scopi fondamentali, evitare che i crimini si ripetano oggi". Ma Anpi nazionale non accetta queste motivazioni. "Radicalizzando le posizioni con questo intollerabile parallelo, non solo si offende la memoria di milioni di ebrei sterminati dalla macchina di morte nazista, ma si danneggia pesantemente anche l’impegno per l’immediata cessazione dei bombardamenti su Gaza e per la ricerca di una soluzione politica al tragico conflitto in corso. La soluzione non può che essere quella di due popoli in due Stati, a garanzia della sicurezza di entrambi". Manuela Plastina