TERESA SCARCELLA
TERESA SCARCELLA
Cronaca

La stanza della sessualità. Via ai ’colloqui intimi’ dentro il penitenziario

Diritto riconosciuto solo a coniugi e conviventi anche più di una volta al mese. I sindacati bocciano la direttiva del Dap: "Ricadute igieniche devastanti".

Una guardia all’esterno del carcere di Sollicciano

Una guardia all’esterno del carcere di Sollicciano

La sessualità entra a Sollicciano. Il tema, ampiamente dibattuto dentro e fuori dai penitenziari italiani, arriva ad una svolta. A più di un anno dalla pronuncia della Consulta, il Dap dà il via libera ai colloqui intimi dietro le sbarre e tra i primi istituti ad aprire le porte, insieme a Brescia, Trento, Civitavecchia, Bologna e Secondigliano a Napoli, c’è proprio il carcere fiorentino che, nonostante i suoi noti e importanti problemi strutturali, rientra tra i pochi (solo 32 su 189) a dichiarare di avere gli spazi idonei. Le regole sono precise. In primis non sarà concesso a tutti. Gli incontri intimi saranno consentiti solo ai coniugi o ai conviventi, anche più di una volta al mese, per un massimo di due ore.

Garantire la privacy e contemporaneamente la sicurezza dell’istituto, sarà uno degli aspetti più delicati: la camera degli incontri, arredata con un letto e servizi igienici e senza la possibilità di chiusura dall’interno, sarà sorvegliata soltanto all’esterno dal personale di Polizia penitenziaria adeguatamente equipaggiato per il controllo dei detenuti e delle persone ammesse ai colloqui intimi. Gli stessi locali saranno ispezionati prima e dopo l’incontro mentre la biancheria necessaria sarà portata al colloquio direttamente dalle persone autorizzate. Le pulizie e la sanificazione saranno svolte da altri detenuti preposti. La priorità sarà data ai detenuti che non hanno permessi premio, né altri benefici penitenziari che consentano di coltivare i rapporti affettivi all’esterno. Saranno privilegiati i detenuti che a parità di condizioni devono espiare pene più lunghe e sono in carcere da più tempo. Sulla concessione peseranno anche la buona condotta, puntando a valutare anche eventuali motivi di sicurezza. Niente incontri intimi per chi si trova in regime di 41-bis o per chi viene sorpreso tra le sbarre con sostanze stupefacenti, telefoni cellulari oppure oggetti atti a offendere.

L’intenzione di garantire l’affettività si scontra però anche con la carenza di luoghi idonei. Solo qualche giorno fa lo stesso ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva spiegato che "su 189 istituti penitenziari solo 32 hanno confermato spazi idonei allo scopo, previa attuazione ingenti e corposi interventi strutturali, mentre gli altri 157 istituti hanno dichiarato di non avere a disposizione spazi adeguati. Miracoli non ne possiamo fare".

Eppure è proprio un miracolo quello che le istituzioni fiorentine, politici, magistrati e polizia penitenziaria, chiedono da tempo su Sollicciano. É ormai un pensiero comune che il carcere fiorentino vada demolito e rifatto ex novo. Che il diritto alla sessualità non possa essere il giusto impulso al rinnovo, chi lo sa.

Intanto, a bocciare la direttiva, è l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria che parla di ricadute devastanti in termini di degrado igienico sanitario. Condizioni che a Sollicciano sono già precarie e preoccupanti. "Nessun protocollo specifico di sanificazione, nessuna prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili - stiene il segretario del sindacato, Leo Beneduci - Con quali risorse e personale si garantirà la pulizia in istituti dove manca persino l’acqua calda?".

Te.Sca.