SANDRA NISTRI
Cronaca

La storia "Le mie scarpe per la regina"

Antonio, artigiano delle calzature, partito da Potenza e arrivato a servire Elisabetta II, racconta la sua avventura

La storia "Le mie scarpe per la regina"

Antonio Marcogiuseppe, 87 anni, si è trasferito a Sesto dalla provincia di Potenza quando ne aveva 18

Una vita nel segno delle scarpe. Con una ‘cliente’ davvero speciale: la Regina Elisabetta. È legata dal filo rosso dell’amore per le calzature e per il lavoro artigianale alle spalle la vita di Antonio Marcogiuseppe, 87 anni, sestese d’adozione ma nativo di Anzi, in provincia di Potenza: "Fin da piccolo – racconta – avevo questa grande passione per le scarpe e, già da giovanissimo, ero già in grado di realizzarle dopo avere fatto pratica al mio paese. A 18 anni ho deciso di partire da Anzi ma, anche se avrei avuto la possibilità di entrare in Finanza, ho deciso di seguire la mia passione. Non sapevo in realtà dove andare, a Roma avevo un cugino che mi avrebbe potuto aiutare ma ho deciso di provare a fare tutto da solo e di scegliere Firenze, città che mi affascinava anche se non ci ero mai stato".

A 18 anni così Antonio ‘sbarca’ nel capoluogo toscano ma i primi tempi sono decisamente difficili: "Non conoscevo nessuno – dice – non avevo agganci, leggevo le inserzioni sul giornale ma non riuscivo a trovare nulla. Poi un giorno, quando ero quasi alla disperazione, mi sono messo a camminare per Firenze e, dopo tanto girovagare, in via del Bronzino ho trovato un piccolo negozio di calzolaio. Mi sono presentato e ho chiesto se ci fosse un lavoro per me: ho fatto una prova e sono stato assunto, nel 1955, a cinquemila lire la settimana. Ho imparato tanto in quel periodo e ho avuto anche la soddisfazione di realizzare le scarpe per il matrimonio di Narciso Parigi, della moglie e del fratello Paolo". L’apprendistato dura alcuni anni poi Antonio, anche su suggerimento del datore di lavoro, decide di spostarsi nella Piana Fiorentina: "Sono arrivato a Sesto dove ho messo radici – prosegue – e ho lavorato a lungo per la famiglia Raspanti, realtà importante nel campo delle calzature, sposando anche Roberta, la figlia del titolare Rinaldo. Ho cominciato così a fare lavori per griffe importanti come Ferragamo, poi ho lavorato per più di 12 anni come capofabbrica nell’azienda di scarpe di Renato Bettarini con tante soddisfazioni". Tutte tappe necessarie per il grande passo, l’approdo ad una grande agenzie americana, la Max Newman, che aveva sede in Lungarno Ferrucci e gestiva una serie calzaturifici in Italia.

Proprio all’interno dell’agenzia l’incontro di Antonio con uno dei personaggi più iconici della storia, la Regina Elisabetta II: "Nel 1986 – sottolinea – ho avuto modo di essere ricevuto a Londra dalla regina d’Inghilterra ed è stata una emozione indescrivibile, c’era anche l’attuale re Carlo. Le ho consegnato quattro paia di scarpe disegnate da me, un paio color oro, un paio, argento, un paio platino e un paio di raso. Oltre ai ringraziamenti la regina mi ha consegnato anche un diploma ed un quadro che conservo ancora". Quadro con sbalzi in argento che rappresenta una battuta di caccia alla volpe, tradizione particolarmente sentita dalla sovrana e che campeggia in bella vista nell’ingresso della casa in cui Antonio abita. "Ho lavorato fino al 1996 – conclude – dopo più di 40 anni passati a coltivare la passione per le scarpe, vorrei che oggi anche tanti giovani potessero coltivare questa passione".