"Purtroppo, mia figlia e le altre ragazze che persero la vita di ritorno da Valencia non avranno mai giustizia. Per noi, che da quel giorno abbiamo smesso di vivere, un dolore che si somma al dolore. Il documentario in loro memoria, fatto benissimo, vuole soprattutto rimarcare che, nei viaggi Erasmus, tutto dovrebbe essere improntato alla massima sicurezza. Questo, purtroppo, non è avvenuto il 20 marzo 2016".
Gerardo Gallo è il babbo di Valentina Gallo, che perse la vita su quel maledetto pullman insieme a Elena Maestrini e Lucrezia Borghi. Le studentesse dell’ateneo fiorentino stavano frequentando l’Erasmus a Barcellona. Erano piene di sogni e di progetti. Ma, di ritorno dalla spettacolare festa di Valencia, Las Fallas, le loro vite, insieme a quelle di altre dieci ragazze, furono tragicamente spezzate. A queste giovani è dedicato ’KM333, ultima fermata’, documentario di Tv2000 diretto da Gianni Vukaj e dall’autrice Beatrice Bernacchi che è stato proiettato al Campus di Novoli alla presenza di quasi duecento studenti. Sullo schermo compaiono i volti sorridenti delle ragazze, che scherzano e fanno le facce buffe in quello che sarebbe dovuto essere uno dei tanti momenti da incorniciare di quell’Erasmus tanto desiderato.
Ecco Elena Maestrini, prima sorridente davanti ad uno dei capolavori di Calatrava della Ciudad de las Artes y las Ciencias, poi stanchissima, dopo la festa, seduta in un bar di Valencia ("E’ la sua ultima immagine" trattiene le lacrime Gabriele Maestrini). Scorrono i video-ricordo di quella notte, perfino un audio inviato alla mamma da una delle ragazze ("Stai tranquilla, sono a Valencia e farò tardi"), le testimonianze dei genitori e il ricordo di una ragazza sopravvissuta alla strage. Un docufilm che tocca il cuore, perchè fa rivivere gli ultimi istanti di quelle giovani ragazze, portate in Spagna da quel sogno chiamato Europa e proprio dalla Spagna tradite.
"Giustizia non c’è stata e non ci sarà mai - scuote la testa Gallo -. Con la morte dell’autista, tutto è finito. La Spagna voleva archiviare. E alla fine così è stato. Il documentario ha il pregio di aver rispettato le richieste di noi genitori, che attraverso questo lavoro vogliamo ribadire che l’Erasmus è un progetto validissimo, ma dovrebbe esser portato avanti seguendo le regole in ogni suo aspetto. Per quella gita a Valencia, invece, le minime regole di buon senso non sono state rispettate. Ci sono state mancanze da parte dell’Università spagnola, che si è affidata ad agenzie che hanno programmato un viaggio non sicuro".
"Il documentario - spiega Vukaj, - è su una tragedia e su una giustizia mancata. Ma non mancano anche gli aspetti della rinascita e del perdono. Ai ragazzi abbiamo ribadito l’importanza di analizzare tutto con coscienza critica. Se un viaggio è sottocosto, qualcosa non quadra". L’incontro a Novoli è stato aperto dai saluti della rettrice Alessandra Petrucci e del direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, alla presenza, tra gli altri, dei genitori di due delle studentesse fiorentine: Valentina ed Elena.