
Guerino Viviani, Patrizia Bonacchi e. Riccardo Baldi del Ctg nel punto in cui nel 1944 furono trucidati tre ragazzi
Ridare un volto e un nome a chi li ha persi, tragicamente, 80 anni fa. È una storia che affonda le sue radici nella Seconda Guerra mondiale e che unisce il territorio di Sesto e Barberino del Mugello quella che il Centro Turistico Giovanile di Sesto vuole riportare alla luce anche per un giusto omaggio alle vittime: tre ragazzi giovanissimi, 18-20 anni circa. "Da vari anni, come Ctg di Sesto – commenta la presidente Patrizia Bonacchi – gestiamo con funzioni di accoglienza la Pieve di San Gavino Adimari a Barberino, di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del Clero, e di recente da un residente in zona ormai 90enne, Guerino Viviani, siamo venuti a sapere di una vicenda avvenuta nel 1944. Durante la ritirata delle forze nazifasciste da Firenze furono rastrellati alcune centinaia di ragazzi e giovani, concentrati in località Panna a Montecarelli, per essere poi avviati ai campi di concentramento in Germania. Quattro di loro, di Sesto, riuscirono a eludere la sorveglianza e a fuggire verso Barberino ma, proprio all’altezza del bivio della Pieve di San Gavino Adimari, incapparono in una pattuglia tedesca che li falciò con raffiche di mitragliatore".
I giovani finirono nella scarpata: tre morirono subito mentre uno, pur ferito, riuscì a nascondersi tra i rovi e sfuggì alla cattura. I tedeschi, una volta recuperati i corpi, li seppellirono, come monito per i partigiani e la popolazione locale, con le gambe fuori dal terreno ed è così che li trovarono i primi contadini che si recarono alla fonte sotto la strada. "Chi ci ha raccontato la storia – prosegue Bonacchi – all’epoca era un bambino ma ricorda ancora nitidamente la scena. Il pievano e i presenti si adoperarono per dare degna sepoltura alle vittime. Poi fu posta anche una lapide, fuori dal cimitero, in seguito rubata, come tanti altri arredi, perché di metallo. I resti dei ragazzi furono poi traslati nel cimitero di Sesto e da allora si è persa anche la memoria del loro nome. Il nostro desiderio è che nel luogo dell’eccidio potesse essere posta una testimonianza magari nel prossimo settembre in occasione delle cerimonie per la Liberazione". Da qui l’appello ai Comuni di Barberino e Sesto perché, insieme, possano farsi parte attiva per la ricostruzione della vicenda da far poi conoscere. L’appello è rivolto anche a familiari ancora in vita o a persone cui comunque la vicenda fosse stata tramandata perché possano fornire notizie, anche attraverso La Nazione.