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La street art fiorentina conosciuta nel mondo Da Clet alle superdonne del web: un successo

L’arte non è mai stata ferma in questo anno di restrizioni, nonostante le chiusure forzate di musei e gallerie. Idee, satira ed estetica sono dovute uscire fuori dai luoghi istituzionali per concedersi gratuitamente alla gente nel posto più democratico del mondo: la strada. La street art fiorentina è conosciuta ed apprezzata da tanto tempo, ma mai come durante la pandemia ha sostenuto la città, rubando un sorriso a chi passeggia nelle strade deserte. Sugli sportelli esterni delle utenze possiamo spesso incontrare repliche ironiche di icone rinascimentali con maschere subacquee, oppure donne carismatiche che mostrano la S di Superman strizzando l’occhiolino. Per non parlare dei segnali stradali che ospitano personaggi immaginari di un pensiero laterale. Sulle orme del misterioso Bansky, la street art fiorentina è formata da una serie spontanea di artisti misteriosi, sostenitori di idee nel rispetto delle regole del decoro urbano. Il Portale Giovani di Firenze ha realizzato una mappa per ammirare opere grafiche disseminate nella città, anche se il modo più bello di fruire di quest’arte è lasciarsi sorprendere dalle incursioni inaspettate. Partiamo col veterano Clet Abraham, da tempo attivo in città con gli interventi ironici sui segnali stradali. Icona satirica della pandemia è la sua installazione “L’Uomo comune”, scultura di un omino stilizzato su un pilastro di Ponte alle Grazie nell’atto di fare un passo – sicuro – verso il vuoto. Sono sempre più amate, taggate, fotografate e condivise sui social anche le Superwomen di Lediesis. Callas, Merini, Kahlo e anche Maga Magò sono solo alcune delle eroine ritratte con una S di Superman. Superdonne che possono ‘apparire’ sulla finestra cieca di un palazzo o su serrande chiuse. Autrici, gruppo di street artist, molto seguite sui social con fan di tutto il mondo. Con il motto ‘l’arte sa nuotare’, Blub ha invaso pacificamente ed ecologicamente sportelli di gas e acqua e buchette del vino che è riuscito a cambiare prospettiva con ironia, un po’ alla Duchamp, mettendo la maschera da sub alla Venere del Botticelli e ad altri immortali soggetti d’arte. Ma la street art non conosce confini: basta distrarsi un attimo e una nuova opera ci appare per strada, all’improvviso.