La tenerezza è una disposizione del cuore e sembra aver abbandonato il nostro tempo e le nostre vite. E’ raro oggi vedere i ragazzi che si amano tenersi per mano o abbracciarsi per strada o in un ristorante osservare persone che mentre mangiano si guardano negli occhi, si parlano o ridono di cose che per gli altri possono non avere senso e che invece lo hanno per loro stessi.
I rapporti tra la gente sono diventati superficiali anche per il forte dominare dei cellulari che permettono relazioni a distanza in cui i legami si disperdono insieme alla propria intimità perché difficilmente si riesce a trasferire in un messaggio gli stati di animo di quel momento. Tutto questo porta ad una estinzione progressiva della tenerezza e della gentilezza antidoti di una esistenza piena di diffidenza verso le emozioni e di individualismo. Scriveva Eugenio Borgia: "Non c’è cura dell’anima e del corpo, se non accompagnata dalla tenerezza che è necessaria a farci incontrare gli uni con gli altri, nell’attenzione e nell’ascolto". In senso generale si prova tenerezza verso le persone fragili, malate, bambini e anziani oppure verso coloro a cui si è affettivamente legati o con cui si intrattiene una relazione amorosa. Mi chiedo come un medico possa svolgere il suo lavoro senza avere la capacità di ascoltare i suoi pazienti con gentilezza e pazienza, e non dare valore alla delicatezza delle parole. Difficile curare senza tenerezza nonostante tutto il valore conoscitivo e terapeutico posseduto. E l’amore, si può amare senza tenerezza? Quanti amori e quante passioni finiscono per mancanza di questo sentimento. Alcune volte la tenerezza viene svelata dal pianto come le lacrime versate per un amore finito e attenua forse il dolore di quelle circostanze rendendo più tollerabile l’ infelicità. Le lacrime insieme ad un sorriso o ad uno sguardo svelano la tenerezza dell’anima.