Provare ad allargare l’esperienza della "Toscana diffusa", culminata con l’approvazione di una legge ad inizio anno, a tutto il territorio nazionale, promuovendo un modello che possa aiutare a gestire i flussi turistici. Il tema è stato al centro di un incontro a "Tourisma", il salone dell’archeologia e del turismo culturale, dal titolo "Italia Diffusa. Riflessione sull’importanza turistica delle piccole e medie città a partire dal caso Toscana" con gli interventi degli assessori al turismo di Toscana, Leonardo Marras, Emilia Romagna, Roberta Frisoni, e Campania, Felice Casucci.
"Il tema approfondito - ha detto Marras - nasce dall’idea di esaltare l’esperienza toscana provando ad immaginarla allargata a tutto il Paese. Uno sforzo che prende in esame il fenomeno della concentrazione dei flussi turistici e di tutte le conseguenze trasversali che comporta, e che interessa non soltanto la Toscana ma tutta l’Italia. Legato anche alle scelte urbanistiche, a quelle sulla mobilità".
La diffusività come esaltazione di determinate caratteristiche di alcuni luoghi rispetto ad altri, o la necessità di creare una relazione tra quelli più marginali con quelli più importanti. "L’interesse per le specificità di quelli cosiddetti minori è cresciuto - ha proseguito Marras -. In parte favorito dalla pandemia: la maggior diffusione della connettività ha aumentato e facilitato le occasioni di fruizione: minor affollamento, preferenza verso la vita all’aperto. Ed è proseguito una volta finita l’emergenza ed ha incentivato il miglioramento dei servizi, l’accessibilità, l’organizzazione dell’accoglienza. Anche il nuovo Testo unico sul turismo approvato a fine 2024, che il governo si appresta a impugnare, ha provato a governare il fenomeno dell’uso delle abitazioni per fini turistici, provando a contemperare le esigenze dei proprietari con quello collettivo, ma anche con quelle dei turisti. Questo interessa tante grandi città italiane".
Per Marras, "occorre utilizzare il legame tra territori, attraverso tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, per costruire un’offerta consapevole. Alla base però ci deve essere la presa di coscienza, da parte delle comunità, di possedere un patrimonio ed un giacimento culturale di cui essere orgogliosi".