FRANCESCO QUERUSTI
Cronaca

La ‘tratta’ dei baby calciatori, allarme sul mercato dei piccoli: “Sono minori, servono regole”

Ad alzare la voce la società fiorentina della Grevigiana: "Per convincerli a trasferirsi vengono contattati direttamente, anche con pedinamenti per capire dove abitano"

Baby calciatori in una foto di repertorio

Baby calciatori in una foto di repertorio

Firenze, 22 giugno 2024 – Si alza forte il grido d’allarme rivolto al comportamento scorretto di alcune società e dirigenti nel calciomercato di bambini e ragazzi. A dare risalto a questa problematica è stata la società fiorentina Grevigiana, con un manifesto ricco di valori sportivi inviato a tutti i tesserati del club e alle varie componenti del calcio, insieme all’Associazione Calcio Fair Play che raggruppa numerosi club. "Stop a un calciomercato dei giovani senza regole – dice il direttore generale della Grevigiana, Cristian Casci -. Le prime normative da rispettare devono essere il buon senso e il rispetto fra le società e i tesserati. Situazione che si è ulteriormente aggravata a seguito delle nuove normative che consentono lo svincolo a calciatori di qualsiasi età al termine della stagione. Sul banco degli imputati dirigenti, procuratori e talent scout di club importanti e blasonati che agiscono senza etica morale e sportiva nei confronti delle società meno quotate a livello calcistico. I ragazzi vanno indirizzati alla scelta migliore per il loro bene futuro senza false illusioni".

Cristian Casci, dg della Grevigiana
Cristian Casci, dg della Grevigiana

Inoltre Casci tiene a precisare: "Per convincere i ragazzi a cambiare casacca si scavalca la società di appartenenza e i giocatori vengono contattati direttamente oppure tramite i genitori con ogni forma vedi messaggi, telefonate, mezzi social e anche pedinamenti per capire dove abitano. Dimenticando che in gran parte si parla di minorenni e vorrei sapere se i mezzi usati sono leciti. Il giocatore è legato al club dove gioca fino al 30 giugno".

Sull’argomento intervengono Francesco Cesari e Massimo Pieri, dirigenti dell’Associazione Calcio Fair Play: "Nessuno deve impedire a un ragazzo di cambiare squadra, ma ci sono delle linee etiche da non oltrepassare. Se ci sono scorrettezze devono essere segnalate per fare intervenire la Federcalcio. Servono anche parametri di indennizzo adeguati per chi cresce un giovane campione".