
La vecchiaia secondo l’Uomo tigre: "A questa società mancano i valori"
Un ritorno molto gradito quello di Andrea Kaemmerle al Teatro Manzoni di Calenzano. In scena, domani a partire dalle 21,15, un suo monologo, "L’uomo tigre", con l’attore e autore unico protagonista sul palco. La produzione dello spettacolo, vero e proprio cavallo di battaglia di Kaemmerle, è di Guascone Teatro.
Kaemmerle ci racconta "L’uomo tigre"?
"La storia è un confronto tra due pensionati che hanno lavorato nella stessa orchestra di liscio, i Sandokan Four, per quarant’anni e, in questo lungo periodo, ne hanno fatte di tutti i colori. Uno dei due però invecchia con l’idea di tingersi i capelli di comprare la spider, di prendere vitamine, integratori e qualsiasi cosa che lo possa aiutare a rimanere un giovane prestante, con l’idea cioè di non invecchiare fino alla morte, di fare il giovane per sempre ma è anche molto patetico. L’altro, invece, nonostante nella vita sia stato un pazzo, una volta invecchiato si immagina di leggere i libri che non ha ancora letto, di fare cose normali. È un confronto tra chi accoglie la vecchiaia e chi la nega, tutto giocato sul mondo del liscio, degli Autogrill, delle sagre, c’è molto della provincia toscana".
Da cosa nasce questo spettacolo?
"’L’uomo tigre’ nasce da un precedente spettacolo, ’Lisciami’, in cui interpretavo due personaggi, Oreste e il babbo, figura questa molto legata a Carlo Monni e ai discorsi e racconti che facevamo in furgone al ritorno degli spettacoli, il suo modo di lamentarsi perché era tardi, le cose che raccontava in quelle occasioni. È uno spettacolo di una comicità poetica ma molto divertente".
Alla fine dei conti può essere anche una rappresentazione di una società che spinge verso l’eterna giovinezza?
"Sì, sicuramente, la fortuna dell’Uomo tigre è proprio che non c’è più un valore cui ispirarsi. L’uomo tigre viene citato come fonte di ispirazione, è grottesco passare da eroi e dei all’ Uomo ragno o all’Uomo tigre, fa un po’ridere ma è lo specchio della società".
Quali sono i suoi prossimi impegni?
"Il 25 novembre sarò al Teatro San Prospero di Reggio Emilia con lo spettacolo ’Garibaldi su una gamba’ che poi porterò nel 2024 in Toscana. È un lavoro che prende le mosse da un libro, letto in vacanza, di Luciano Bianciardi che era letteralmente malato per Garibaldi. Io avevo una visione scolastica dell’Eroe dei due mondi mentre attraverso Bianciardi ho scoperto un Garibaldi matto totale, allora l’ho confrontato con le notizie di Piero Angela, Barbero e altri scoprendo che in Bianciardi, il personaggio che ci viene raccontato, è completamente trasfigurato, è un uomo pieno di vizi ma anche pieno di sogni, anche molto infantile e vendicativo".