TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

"La vedova Socrate" Lella Costa interpreta l’opera di Franca Valeri

Debutto al Teatro Romano di Fiesole dedicato ai cento anni dell’attrice . Storia di Santippe, moglie di Socrate, donna fiera con negozio di antiquariato .

di Titti Giuliani Foti

"Lo spettacolo è una riflessione che mi ha istintivamente portato a dire sì. Esiste un modo di lavorare sui classici non facendone la parodia, ma tirando fuori concetti come se fossero scritti non ieri, ma domattina da quanto sono attuali, senza gossip e inutili sciocchezze. E queste sono sono cose che deve e può fare solo un mezzo d’arte come il teatro. E non la televisione e non la Rete perchè cultura è ricchezza diretta, contatto col pubblico, vedersi, incontrarsi". Lella Costa debutta al Teatro Romano di Fiesole giovedì 30 luglio – ore 21.15 – con lo spettacolo "La vedova Socrate" di Franca Valeri, un testo liberamente tratto dall’opera "Der tod des Sokrates" di Dürrenmatt.

Lella, quasi un passaggio di testimone epocale tra signore di spessore.

"Diciamo che in qualche modo ho raccolto l’invito di Franca Valeri, grande donna, ed eccezionale matriarca del teatro italiano – che tra pochi giorni, il 31 luglio, la sera dopo lo spettacolo, compirà cent’anni, ndr – a interpretare questo testo da lei scritto ed interpretato la prima volta

nel 2003".

Di cosa si tratta?

" E’ un concentrato di ironia corrosiva e analisi sociale, rivendicazione disincantata con una narrazione caustica come è nello stile che conosciamo di Franca Valeri. Come si sa è ispirato al testo di Durrenmatt: uno spettacolo è nato a seguito dell’intuizione di Peppino Patroni Griffi che glielo suggerì".

Sul palco di Fiesole un monologo nelle sue corde

"Spero proprio di sì, che il pubblico apprezzi: è mbientato nella bottega di antiquariato ed oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell’antichità".

Lei e Franca Valeri, sulla stessalunghezza d’onda.

"Di sicuro. Io adoro questa donna meravigliosa che ha dato tanto alla cultura italiana. Che trasmette ricchezza e appunto cultura con riferimenti che albergano dentro questo testo, esposti con una leggiadrìa e leggerezza che paragono a Calvino. Una ricchezza messa in pratica come se fosse un concentrato delle famose Lezioni Americane".

Non crede che i classici oggi siano considerati superati?

"Ma perchè? Cosa c’è di più attuale di un classico? Anche se la narrazione è sicuramente soggettiva, un classico lo puoi fare oggi e tra cent’anni. Troverai sempre qualcuno in grado di criticarlo ma resterà sempre nei testi rocciosi e potenti come questo, senza mai avere il peso della retorica della banalità".

Progetti futuri?

"Portare questo spettacolo per il resto della stagione anche nei teatri al chiuso dove è previsto. E a gennaio spero proprio di riprendere “Se non posso ballare...non è la mia Rivoluzione“. Perchè senza retorica anche io sono sempre dalla parte delle donne. E mi piace raccontarle".