FIRENZELa dea è in procinto di immergersi in acqua, quando l’ampio telo che la ricopre cade, provocando il gesto istintivo di coprire il seno con una mano.
Il delicato bozzetto in creta preparatorio della scultura in marmo “Venere al bagno“ dell’artista fiorentino Luigi Pampaloni (1791 - 1847) è ricomparso sul mercato all’ultima Biennale dell’Antiquariato a Palazzo Corsini. E la Galleria dell’Accademia ha acquistato la preziosa statuetta in terracotta per circa 30mila euro, esposta adesso nella Gipsoteca del museo, accanto ad altri modelli in gesso di Pampaloni e del suo celebre maestro Lorenzo Bartolini. "Con l’acquisizione del bozzetto la Galleria dell’Accademia riafferma la sua duplice missione di custode di un patrimonio straordinario; e luogo di ricerca, valorizzazione e divulgazione", afferma Massimo Osanna, direttore ad interim, oltre che Direttore Generale dei Musei.
La statuetta di 38 centimetri offre uno sguardo unico sul processo creativo dell’artista: "La collocazione nella Gipsoteca arricchisce l’importante collezione di scultura ottocentesca – prosegue Osanna –, già valorizzata dal recente riallestimento".
La Gipsoteca ospita infatti un nucleo di opere dello scultore acquistate dallo Stato italiano alla fine dell’800, dopo la sua morte: "L’acquisizione del bozzetto di Pampaloni migliorerà la comprensione di un artista strettamente legato al museo fiorentino – ha aggiunto Giulia Coco, curatrice della Gipsoteca –. La presenza di Venere al bagno, soggetto che non figura tra i gessi del Pampaloni già in museo, rafforza ulteriormente questo legame". Pampaloni presentò la “Venere al bagno“ all’Esposizione dell’Accademia di Belle Arti nel 1838. La spontaneità dell’opera, lontana dalle rigide convenzioni neoclassiche, è il risultato delle meditazioni dell’artista sugli insegnamenti di Bartolini e sul “bello naturale” quale imitazione della realtà.
Olga Mugnaini