Prosegue la mobilitazione dei Sudd Cobas contro la decisione di Montblanc di interrompere la collaborazione con Z Production, di Campi Bisenzio. Ieri sera il sindacato ha organizzato un presidio sotto la sede della Regione Toscana, proiettando il documentario di Al Jazeera ‘Inside Italy’s Designer Sweatshops’, che denuncia presunte condizioni di sfruttamento nei laboratori della moda. Accuse respinte con fermezza da Montblanc. A fare chiarezza è il direttore generale della pelletteria, Domenico Oliveri.
I Cobas sostengono che Montblanc abbia ’delocalizzato’ la produzione per evitare il rispetto dei diritti sindacali. Come risponde?
"Respingo categoricamente queste accuse, che sono false e infondate. La decisione di terminare la collaborazione con Z Production non ha nulla a che vedere con la sindacalizzazione dei lavoratori. È stata presa dopo audit e ispezioni che hanno evidenziato gravi criticità. Per questo abbiamo deciso di chiudere il contratto con un preavviso di 10 mesi, con una lettera inviata il 28 febbraio 2023 per cessare la collaborazione a partire dal 31 dicembre dello stesso anno. I Cobas erano perfettamente informati delle motivazioni già dagli incontri di aprile 2023".
Qual è la politica di Montblanc nei confronti dei fornitori?
"Montblanc opera da oltre 20 anni nel comparto toscano con una struttura a Scandicci e una rete di circa 60 aziende partner, per un indotto di circa mille lavoratori. Abbiamo un codice di condotta rigoroso e un team dedicato ai controlli, che esegue circa 250 audit all’anno, metà dei quali a sorpresa. Se riscontriamo problemi gravi e persistenti, interrompiamo i rapporti. Questo è accaduto anche con Z Production, a seguito di verifiche approfondite, ma anche con altre quattro aziende del fiorentino e una in Veneto".
Cosa è emerso dagli audit su Z Production?
"Abbiamo ricevuto un report da una società esterna che evidenziava irregolarità. Dopo ulteriori controlli e un audit finale a maggio 2023, abbiamo constatato che le problematiche non erano state risolte. A quel punto, la decisione di chiudere il rapporto è stata inevitabile. È importante chiarire che non si trattava di un appalto, ma di una fornitura: i lavoratori, che, a quanto dicono i Cobas, sono stati licenziati, erano dipendenti di Z Production, non di Montblanc".
Il documentario di Al Jazeera mostra presunte condizioni di sfruttamento. Come commenta?
"Ci dispiace che venga diffamato l’intero settore del made in Italy, prendendo casi isolati per fare generalizzazioni. Noi lavoriamo con aziende serie e oneste, e non cerchiamo il minor prezzo, ma il giusto livello di servizi e qualità. Il nostro impegno è selezionare partner che rispettano i diritti dei lavoratori. L’azienda cinese citata nel documentario non era più nella nostra filiera: a luglio 2024 l’ultimo ordine, consegnato poi a settembre. Alla luce di tutto questo, ci riserviamo il diritto di agire nelle sedi opportune contro le dichiarazioni diffamatorie rilasciate da Sudd Cobas che ledono l’immagine e la reputazione di Montblanc".
Monica Pieraccini