BENEDETTA MACCHINI
Cronaca

La vita impossibile dei fuorisede. "Studiamo e lavoriamo, ma a fine mese non si arriva"

La difficile quotidianità degli studenti che stanno protestando davanti agli atenei: "Non posso permettermi nient’altro che l’università. Anche uscire il sabato è un lusso..."

La vita impossibile dei fuorisede. "Studiamo e lavoriamo, ma a fine mese non si arriva"

Firenze, 12 maggio 2023 - L’affitto, la spesa e i soldi che non bastano mai. Sono i pensieri degli studenti fuorisede, che lottano per permettersi una birra il fine settimana. "Nella mia famiglia lavora solo mio papà e farmi studiare fuori è un sacrificio enorme" racconta Roberta, torinese che studia Progettazione di Eventi all’Università di Firenze. "Sono venuta qua- continua - perché il mio corso di laurea non c’era a Torino, ma non è stato semplice. Il mio Isee sfora di 2mila euro la quota per ottenere la borsa di studio e verso 600 euro l’anno di tasse. Per l’affitto sono stata fortunata: ho trovato casa nel 2020, quando i prezzi non erano ancora impazziti, e pago 360 euro per un appartamento condiviso con tre persone. Mi rimangono 250 euro, che i miei genitori mi lasciano per la spesa e per gli svaghi".

Tuttavia, spesso i soldi non vengono usati per cene o bevute con gli amici e gli studenti si trovano in difficoltà ad arrivare a fine mese. "Ho avuto degli importanti problemi di salute- confessa Roberta - e, dato che nel pubblico avrei dovuto aspettare mesi per un’operazione urgente, mi sono rivolta al privato. E’ stata una bella botta per i miei genitori e io ho dovuto rinunciare per un po’ di tempo ad uscire con gli amici".

Il tempo libero, per uno studente fuorisede, è spesso nullo. "Le mie ore di libertà- sorride Roberta - le dedico alla psicoterapia, che pago dando fondo ai miei risparmi".

E a volte, per qualcuno, il tempo libero non esiste proprio. "Mi sono trasferita a Firenze da Civitavecchia per studiare scienze politiche. Fin da subito, ho deciso di mantenermi da sola" racconta Sarah, che lavora in un pub nel centro. "L’assurdità- continua - è che, nonostante faccia la cameriera da due anni, non mi sono mai potuta permettere una camera singola. Pago 260 euro per una stanza doppia, con tutte le scomodità che comporta. Tolti l’affitto, le bollete e la spesa, mi restano circa 300 euro al mese, che vorrei usare per lo svago, ma tanto se ne vanno via in spese impreviste". La vita di Sarah, tra studio e lavoro, può rappresentare quella dei tanti ragazzi che, oggi, protestano davanti alle università. "Malgrado lavori quasi tutte le sere e studi nei buchi di tempo, non riesco a guadagnarmi un’indipendenza degna di questo nome".

Riccardo, trentino che studia scienze politiche alla ’Cesare Alfieri’, vive con la calcolatrice in mano. "Allora, tolti i 360 euro di affitto, la mia famiglia mi passa 350 euro al mese per le spese. Considerando che più volte mangio a mensa, posso permettermi di uscire il venerdì e il sabato. Ma solo per una birra, che deve costare al massimo sei euro".