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La vita in rincorsa dei pendolari: "Ritardi, disagi al lavoro e stress. Solo a Firenze 478 richieste d’aiuto"

L’indagine di Federconsumatori Toscana punta il dito contro le condizioni dei treni regionali. La presidente Grandi: "Pensiamo a una task force dedicata a risolvere i problemi tecnici".

L’indagine di Federconsumatori Toscana ha preso in esame le segnalazioni dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024

L’indagine di Federconsumatori Toscana ha preso in esame le segnalazioni dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024

di Rossella Conte FIRENZE I pendolari toscani, lavoratori e studenti che ogni giorno affrontano il viaggio casa-lavoro o casa-scuola, si trovano a dover fare i conti con una realtà fatta di ritardi e soppressioni. Una situazione che penalizza chi è costretto a spostarsi con i treni, trasporti su cui si basa una parte fondamentale del sistema economico e sociale della regione. E’ il quadro descritto da Federconsumatori Toscana che dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024 ha ricevuto 478 richieste di assistenza da parte di pendolari nella sola area fiorentina un numero significativo che riflette l’entità del problema. Anche se, la precisazione è d’obbligo, le quasi 500 richieste in un anno fanno riferimento a una media di circa 800 treni in partenza ogni giorno in tutta la regione. In particolare, 401 di questi utenti hanno segnalato disagi sul posto di lavoro a causa dei ritardi, 62 persone hanno perso coincidenze e 15 sono state costrette a rinunciare a un viaggio.

"Ogni giorno siamo di fronte a disagi che, ormai, i pendolari considerano parte integrante della loro routine. Ritardi e soppressioni sono una costante e le soluzioni sembrano sempre sfuggire di mano" sottolinea Laura Grandi, presidente di Federconsumatori Toscana. La vita dei pendolari è spesso un incubo fatto di attese, coincidenze perse e ore di ritardo accumulate. Ad avere maggiori problemi con i trasporti proprio le persone in età lavorativa. Dall’indagine emerge che 351 delle persone che si sono rivolte al sindacato hanno tra i 45 e i 54 anni e 86 tra i 55 e i 65 anni. A confermare la gravità della situazione è una recente sentenza che ha dato ragione a una lavoratrice licenziata perché arrivava spesso tardi a causa dei disservizi ferroviari. Il tribunale, infatti, ha stabilito che la dipendente, originaria di Pontassieve e dipendente di una gelateria del centro storico, non poteva essere ritenuta responsabile dei ritardi dovuti ai problemi della rete ferroviaria.

Una sentenza che suona come un monito per le aziende, ma soprattutto per le istituzioni: i disservizi non sono un fastidio marginale, ma un problema che può compromettere la vita lavorativa. "Abbiamo ormai la certezza che, quando si prende un treno, l’imprevisto è la regola, non l’eccezione" dice Grandi. Di storie ce ne sono tante sui tavoli di Federconsumatori Toscana. Un utente, per esempio, ha segnalato ben 30 ore di ritardo accumulate nei suoi viaggi che si sono tradotte in 30 ore di permessi dal lavoro. Sempre secondo l’indagine dell’associazione, le tratte maggiormente critiche, come la Firenze-Borgo via Pontassieve, la Firenze-Empoli e la Firenze-Livorno. Seppur Trenitalia offra una forma di rimborso, attraverso bonus che vanno dal 25% al 50% del costo del biglietto in base alla durata del ritardo, queste soluzioni "non sono sufficienti".

"Il rimborso economico non può essere la sola risposta – continua la presidente Federconsumatori Toscana – È urgente pensare a forme di indennizzo che possano adeguatamente compensare l’impatto economico e morale che questi disagi comportano. Non possiamo più accontentarci di rimborsi che non risolvono il problema alla radice". Nel frattempo, Federconsumatori ha richiesto un incontro con l’assessore regionale ai trasporti, Baccelli, per sollecitare una revisione delle politiche ferroviarie e chiedere l’istituzione di una task force dedicata a risolvere i problemi tecnici e le emergenze. "Soluzioni - conclude -che potrebbero includere una migliore programmazione della manutenzione e un piano per rispondere tempestivamente a guasti e disservizi".