È un’originalissima rivisitazione del classico dei classici nella storia della danza: Lac da Il lago dei cigni, in scena nella Sala Grande del Teatro del Maggio il domani e venerdì alle 20 e il 18 alle 15.30, è frutto dell’esperienza e della genialità del coreografo Jean-Christophe Maillot, dal 1993 alla guida della compagnia Les ballets de Monte-Carlo. Lo spettacolo è anche la naturale prosecuzione dell’acclamatissimo Roméo et Juliette, in scena la settimana scorsa. Maillot firma coreografia, drammaturgia (con Jean Rouaud) e luci (con Samuel Thery); sul podio, alle prese con la partitura di Pëtr Il’ic Cajkovskij integrata da Bertrand Maillot, è Garrett Keast alla guida dell’Orchestra del Maggio; le scene sono curate da Ernest Pignon-Ernest e i costumi da Philippe Guillotel.
Sul palco si alternano due cast di danzatori: Matèj Urban e Alvaro Prieto interpretano Il Re; Laura Tisserand è La Regina; Sua Maestà la Notte è interpretata da Mimoza Koike e Marianna Barabas; Jérôme Tisserand e Jaeyong An vestono i panni de Il Principe; Lou Beyne e Juliette Klein sono Il Cigno Bianco e Lydia Wellington e Ashley Krauhaus sono Il Cigno Nero. In Lac, Maillot rivisita il mito del principe Siegfried e del suo amore per Odette, la donna-cigno, esaminando i temi dell’identità, del desiderio e dei conflitti interiori. Le relazioni tra i personaggi si sviluppano in una trama complessa e sfaccettata, che mette in luce emozioni universali come la lotta tra il bene e il male, incarnata da Odette e Odile. Lo spettacolo si basa sul concetto che il pubblico spesso ricorda Il lago dei cigni per il suo formidabile II atto; la trama stessa dell’opera sembra essere svanita al suo interno: può perciò essere considerato come uno dei primi esempi di balletto astratto, da contemplare senza dare troppo peso alla trama. Allo spettatore non si chiede di analizzare, ma di godere della pura estetica e della bellezza.
Chiara Caselli