"L’acqua calda non è un diritto". Inchiesta sulle ordinanze choc

Accertamenti avviati dal garante nazionale dei detenuti sui provvedimenti del tribunale di Sorveglianza

"L’acqua calda non è un diritto". Inchiesta sulle ordinanze choc

"L’acqua calda non è un diritto". Inchiesta sulle ordinanze choc

Il Garante dei detenuti avvierà accertamenti su alcune risposte della magistratura di sorveglianza di Firenze, i cui giudici hanno rigettato una serie di ricorsi per liberazione anticipata, sconto o risarcimento danni presentati da vari detenuti nel carcere di Sollicciano, a causa delle condizioni degradate della struttura. Il Garante, Maurizio D’Ettore, si è soffermato anche sull’ordinanza in cui si rigetta uno dei ricorsi presentato da un ristretto, il quale lamentava le scarse condizioni igieniche, e in cui si legge: "Con riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all’interno delle camere detentive, ritiene questo magistrato che la fornitura di acqua calda all’interno della cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere".

Il Garante avvierà accertamenti anche su un’altra ordinanza della Sorveglianza - la cui data è però omessa per motivi di privacy - in cui il magistrato rigetta la richiesta di liberazione anticipata di un detenuto di Sollicciano che in passato aveva tentato il suicidio. La motivazione sarebbe che "il tentativo di togliersi la vita mediante impiccagione è incompatibile con il presupposto della liberazione anticipata che è la partecipazione all’opera educativa". Detto questo le difficoltà di Sollicciano entrano nell’agenda parlamentare. "Subito 20 milioni di euro per risolvere alcune gravissime criticità della struttura" è iil contenuto dell’emendamento del Pd presentato al decreto Infrastrutture e sottoscritto dai deputati Federico Gianassi, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Marco Simiani, Arturo Scotto, Marco Furfaro, Laura Boldrini e Christian Di Sanzo. "La situazione carceraria in Italia è al collasso. Gli interventi messi in campo dal governo sono insufficienti non solo per risolvere o limitare la gravità del problema, ma anche solo per invertire la rotta. Le misure contenute nel decreto Carceri costituiscono un’occasione persa. Non c’è più tempo da perdere. Suicidi, atti di auolesionismo, carenza degli organici, sovraffollamento, decadenza delle strutture. A Sollicciano, con i lavori fermi da febbraio 2023, la situazione è davvero terribile: la struttura, calda e soffocante d’estate, fredda e umida d’inverno, necessita di interventi immediati e radicali. Gli sforzi della Regione sono importanti, ma serve un intervento deciso del Governo. Se vogliamo passare dagli slogan ai fatti, il governo deve far ripartire i lavori che sono fermi da un anno e mezzo e assicurare maggiori investimenti economici".