PAOLA FICHERA
Cronaca

L’addio di Sacchi, ma resta alla Pergola. E per Nardella il rimpasto può attendere

Al sindaco le deleghe alla cultura, alla moda e alle relazioni internazionali. "Grande opportunità di lavorare in asse con Sala"

Firenze, 13 ottobre 2021 - L’ormai ex assessore alla cultura Tommaso Sacchi a questo punto è pronto al trasloco a Milano. Ieri ha chiuso il suo impegno fiorentino partecipando all’ultima giunta nella Sala degli Otto in Palazzo Vecchio. Poi, occhi lucidi e sorrisi, all’addio in grande stile che il sindaco Dario Nardella ha organizzato per il giovane assessore. La ‘promozione’ a Milano rappresenta – ha detto Nardella – "il riconoscimento del lavoro che Tommaso ha svolto, prima come tecnico poi come assessore, del buon governo di Firenze" e della "qualità delle nostre politiche culturali. Mai una grande capitale europea aveva attinto alla classe dirigente cittadina".

Dopo oltre 7 anni passati insieme "abbiamo già pianto", racconta Nardella "anche se quando ci si lascia per crescere, il distacco fa meno male". Un distacco, ma non un addio tiene a precisare. Soprattutto senza traumi o incidenti diplomatici politici. Sacchi, infatti, "per il momento e fino a quando sarà possibile, rimarrà presidente della Fondazione teatro della Toscana", l’ente che guida il teatro della Pergola. Una scelta presa dopo "essermi sentito con i soci del teatro, anche con il presidente della Regione Toscana, Giani". E con, naturalmente, la benedizione dello stesso Sala. Ed è qui che Nardella tocca il punto politico: "Questa chiamata a Milano è avvenuta in un modo assolutamente condiviso, sereno, senza strappi". Sulla permanenza alla guida della fondazione "stiamo verificando che non vi siano elementi ostativi, anche se crediamo di no".

"Aiutare ancora la città dalla Pergola mi onora moltissimo. E’ un ruolo svolto a titolo gratuito, ma che farò con tutto l’impegno per un rilancio del teatro nel post Covid" prosegue Sacchi. Certo "non ci lavorerò più in veste politica, che riserverò esclusivamente a Milano, è una presidenza a tempo: deciderà il sindaco quanto e come prolungare questo mandato".

Consolidare e amplificare l’asse tra Firenze e Milano, del resto, è tra le ‘missioni’ che Tommaso Sacchi porta con sé tornando in Lombardia. Su questo punto "siamo molto ambiziosi. Lo dico subito: voglio lavorarci. Ovviamente non me lo sono inventato io – sottolinea – ma è un mandato che parte dalla volontà diretta dei sindaci di collaborare. Secondo me la partita può dare risultati eccellenti". Parole subito rilanciate dal sindaco Nardella: "Con Sala c’è un’amicizia forte e sincera. Se prima avevamo cento motivi per lavorare insieme, ora ne abbiamo duecento. Perché con Sacchi raddoppiamo le opportunità di collaborazione".

Per ora, in ogni caso, nessun rimpasto in vista per la giunta di Palazzo Vecchio. Anche se il sindaco lo mette in conto. Intanto la l’assessorato alla Cultura torna nelle mani di Nardella. "Il rimpasto? – gioca d’anticipo il sindaco – quando e se sarà il momento". "Ho deciso – aggiunge – di tenere le deleghe perché ritengo che sia fondamentale avere una transizione senza strappi. Voglio continuare a dare impulso alle politiche culturali cittadine". Ed ecco i nuovi impegni già focalizzati: "A breve avremo a Firenze la commissaria europea per la Cultura, Mariya Gabriel. In quell’occasione organizzerò un incontro con tutte le istituzioni culturali della città, ma anche una giornata nazionale alla quale inviterò il ministro Franceschini, per fare il punto sul ruolo delle città nel mondo della cultura". E ancora: "Dedicherò presto una giornata di confronto con tutte le associazioni culturali della città". Infine "il prossimo anno avremo il Forum mondiale dell’Unesco in occasione dei 50 della convenzione di Parigi. Ma già ora, a dicembre, inaugureremo il nuovo auditorium del Maggio, e il primo lotto del museo della lingua italiana a Santa Maria Novella". Con l’impegno a sfruttare tutto il ’peso’ per portare "nuovi partner privati a sostegno della cultura, così come abbiamo cominciato a fare per il Maggio".