Sembrava ‘soltanto un semplice’ taccheggio, circostanza ormai consueta da essere considerata ‘normale’. E lo era. Poi però la situazione è degenerata: l’uomo fermato dalla vigilanza interna di Oviesse in piazza Dalmazia con addosso 435,89 euro di vestiti, magliette e mutande – addosso nel senso proprio del termine, sperava così di bypassare le casse e non pagare – ha reagito come una furia. Altro che restituire la roba e stare a capo chino. No, il taccheggiatore ha sbraitato, urlato, si voleva sottrarre a tutti i costi. Per riuscire, ha addirittura morso l’addetto alla sicurezza e ha fatto faticare non poco gli agenti della questura arrivati a prenderlo in consegna. Infine, sottoposto a tampone prima di essere portato a Sollicciano, è risultato positivo al coronavirus.
Oviesse di piazza Dalmazia, tra le 17 e le 18. L’occhio ‘allenato’ della security interna nota i movimenti di quest’uomo – risulterà poi essere un marocchino di 22 anni – che si aggira tra gli scaffali al secondo piano, reparto indumenti. Il giovane dev’essere a sua volta ‘allenato’ ai controlli, lo intuisce; ciononostante decide di tentare il colpo.
Quello che sceglie e può mettersi addosso, l’indossa. L’intimo sotto, in una busta. Poi va. Lo fermano e comincia la sarabanda. Tra la gente sbigottita, anche un po’ intimorita dalla reazione del nordafricano.
Spinte, strattoni, tra lui e un vigilante è un ‘corpo a corpo’, il ladro colto in flagrante non vuole restare ‘a disposizione’ della polizia che è in arrivo e minaccia l’"avversario" che fatica a tenerlo fermo.
Poi il morso assestato al vigilante. Oltre agli agenti delle volanti arriva anche un’ambulanza per cercare di calmare il giovane marocchino, anche a costo – semmai – di doverlo sedare. Si agita, sbraita. Viene trasportato a Careggi dove finalmente la situazione sembra placarsi. Poi la prova del tampone faringeo, che dà esito positivo al contagio.
La polizia, sentito il pm Pestelli, trasferisce il marocchino a Sollicciano. Una situazione – la positività al Covid d’un arrestato – che in merito alle condizioni di sicurezza ddi chi si rapporta al detenuto, del detenuto stesso e all’isolamento – si riflette sulla normale procedura di convalida dell’arresto operato dalla polzia e sulla eventuale decisione di disporre la custodia cautelare.
Nel caso in cui – come ha stabilito la Cassazione – l’ordinanza applicativa della misura cautelare sia contenuta nel medesimo documento con il quale è stata disposta la convalida, essa costituisce provvedimento distinto e del tutto indipendente e autonomo, avente presupposto e finalità diverse, cosicché la invalidità del primo non si estende alla seconda".
g.sp.