ROSSELLA CONTE
Cronaca

L’affitto si mangia metà stipendio. A picco i contratti a lungo termine: "È fuga da Firenze, intervenire ora"

Il costo dell’abitare ormai erode tra il 45 e il 50% del reddito familiare. Il Sunia: "Ora nuovi patti territoriali" .

Il costo dell’abitare ormai erode tra il 45 e il 50% del reddito familiare. Il Sunia: "Ora nuovi patti territoriali" .

Il costo dell’abitare ormai erode tra il 45 e il 50% del reddito familiare. Il Sunia: "Ora nuovi patti territoriali" .

Firenze rischia di trasformarsi in un lusso inaccessibile per i suoi stessi abitanti. Oggi, il costo dell’abitare erode mediamente tra il 45 e il 50 per cento del reddito familiare, superando di gran lunga la soglia del 25 per cento considerata sostenibile a livello nazionale. Una situazione che non riguarda più solo le fasce più fragili della popolazione, ma coinvolge anche famiglie con due stipendi, incapaci di trovare soluzioni abitative accessibili. Secondo Fabio Seggiani (nella foto in alto a destra), segretario generale del Sunia, il sindacato degli inquilini Cgil , i numeri sono allarmanti: "Nel 2023 ci sono stati 664 sfratti nella provincia , di cui 577 eseguiti con forza pubblica. La maggior parte di questi – 531 casi – è legata alla morosità, mentre 133 sono dovuti a contratti di locazione giunti a termine senza rinnovo". Nel 2024, i provvedimenti di sfratto sono scesi a 600, segnando una diminuzione pari al 10 per cento rispetto all’anno precedente. Anche gli sfratti eseguiti con forza pubblica sono diminuiti, passando a 550 (-5 per cento).

Tuttavia, il segretario generale del Sunia sottolinea come dietro questi numeri si celi un problema che in realtà è più profondo: "Diminuiscono gli sfratti e, parallelamente, calano le locazioni. I due dati sono strettamente correlati". Uno degli indicatori più critici è la drastica diminuzione dei contratti di locazione a lungo termine. Nel 2022 erano 14.991 i contratti registrati nella provincia ; nel 2023 il numero è sceso a 14.226 (-5 per cento), e nel 2024 si è ulteriormente ridotto a 13.250 (-7 per cento).

Allo stesso tempo, i contratti transitori – spesso destinati a studenti, supplenti o lavoratori temporanei – sono aumentati, passando da 4.868 nel 2022 a 5.200 nel 2024. "Crescono quindi i contratti transitori, spesso non conformi, e calano del 20 per cento quelli a canone concordato, che rappresentano le soluzioni abitative più sostenibili", spiega Seggiani.

Con una conseguenza: molte famiglie sono costrette a spostarsi fuori città. "Un proprietario si fa due conti in tasca: un immobile destinato agli affitti brevi rende molto di più rispetto a una locazione residenziale tradizionale". Il fenomeno sta contribuendo a svuotare il centro storico : "Sono molti quelli che preferiscono non rinnovare i contratti di affitto a lungo termine e destinano i loro immobili di proprietà al turismo. Le conseguenze? Le famiglie, intanto, si trasferiscono in periferia, dove anche i costi stanno iniziando a lievitare, soprattutto lungo il percorso della tramvia".

Per contrastare questo trend, per il sindacato degli inquilini Cgil , è necessario un intervento deciso. Seggiani lancia dunque un appello: "Dobbiamo limitare la corsa agli affitti brevi e incentivare quelli a lungo termine. È fondamentale innanzitutto distinguere tra piccoli proprietari, che spesso hanno acquistato casa attraverso grandi sacrifici, e grandi gruppi immobiliari che speculano sul mercato. Solo così si potranno riconquistare gli spazi abitativi e renderli accessibili".

Un primo passo in questa direzione potrebbe arrivare dai Patti territoriali, ovvero un accordo che è in fase di definizione con le amministrazioni locali. "Ci permetteranno di avviare un confronto in maniera approfondita con i comuni dell’area fiorentina per individuare azioni concrete che restituiscano gli immobili a chi vive e lavora in città. deve tornare assolutamente a essere una città viva, abitata dai suoi residenti".