Dopo Bologna, anche a Firenze il film filorusso "Il Testimone" dedicato al Donbass non sarà proiettato. La decisione è stata presa dal circolo l’Affratellamento "poiché i membri del consiglio direttivo che si sono riuniti per una visione del film, hanno deliberato all’unanimità di accogliere l’invito istituzionale, prima tra tutti la gentile esortazione del sindaco di Firenze, a rinunciare". La proiezione era prevista per l’11 febbraio e quindi non ci sarà. "Il Testimone è un film modesto, per i contenuti e per l’ingenuità narrativa – si spiega dal teatro -. Concorre a disegnare il segno dei tempi che viviamo e ci ha fatto riflettere e discutere per questa opportunità tanto da ritenere che non sia un prodotto culturale da censurare". L’associazione ‘Firenze Rinasce’, che parteciperà alle prossime comunali con una lista civica, e che aveva promosso l’evento insieme a ‘Firenze Consapevole’ non ci sta. "Prendiamo atto della decisione degli amici del teatro ‘L’affratellamento’ di non proiettare il film ‘Il Testimone’. - si fa sapere da ‘Firenze Rinasce’ -. La decisione è il frutto del gravissimo intervento censorio di Dario Nardella. Evidentemente, vista la inelegante allusione del sindaco ai fondi che il comune concede al Teatro, l’Affratellamento ha pensato di non poter continuare serenamente la propria missione". L’associazione però non molla: "Non ci faremo zittire. Nei prossimi giorni comunicheremo la nuova data e la sala dove proiettare il film. Anche perché oltre 400 persone si erano già prenotate". La polemica arriva nel frattempo anche in Consiglio comunale. Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune attacca: " "Qui esistono figure che esprimono solidarietà a Putin, quando vi votano le delibere però vi va bene...". Il riferimento è al consigliere del gruppo misto (ed ex Lega) Andrea Asciuti che in serata precisa: "Le delibere le ho sempre votate in coscienza".
Niccolò Gramigni