
Anche Laika deve affrontare un importante calo di produzione dovuto alla contrazione della domanda di camper
Rallenta anche il mercato del camper, una contrazione che ha portato ad un calo di produzione dei mezzi targati Laika e alla conseguente decisione dell’azienda, comunicata nelle ultime ore alla Rsu, di non rinnovare 108 contratti a termine. Laika, di proprietà dell’americana Thor Industries, compresi i 108 lavoratori adesso rimasti senza impiego, contava circa 700 dipendenti, scesi a questo punto intorno ai 600.
"Si tratta di contratti in scadenza e quanto accade fa parte dell’accordo sindacale del 2021 – spiega Iuri Campofiloni di Fiom Cgil – Vengono assunti lavoratori in maniera intermittente in base alla produzione da fare. Certo, per chi si trova senza lavoro non è una situazione facile. Ricordo anche che nei mesi scorsi di dipendenti ne sono stati stabilizzati 74". Anche l’azienda ha commentato la decisione:
"In seguito alla stipula dell’accordo di prossimità siglato con le parti sindacali nel 2022, abbiamo la possibilità di assumere lavoratori a termine per rispondere alle esigenze del mercato ed agli incrementi programmati della produzione. La scadenza dei contratti a fine marzo, rientra pienamente nei contenuti dell’accordo stesso che prevede anche che i lavoratori saranno riassunti in base all’andamento del mercato e verranno assunti a tempo indeterminato al raggiungimento dei 24 mesi di anzianità professionale".
Il problema del mancato rinnovo dei 108 lavoratori è legato al mercato: "Quest’anno sarà prodotto il 35% in meno di veicoli, quindi si passerà dai circa 5mila dello scorso anno ai 3.500 di questo. Un calo che non dipende dai dazi minacciati da Trump sull’automotive, visto che Laika esporta soltanto in Europa", continua Campofiloni. Il trend congiunturale è confermato anche da Giuseppe Cesarano della Fim Cisl: "Non c’è un motivo specifico, si tratta di un rallentamento ciclico. C’è stato un aumento di produzione a settembre, poi un calo fino ad ora. Come previsto, quando c’è un picco di lavoro vengono chiamati lavoratori con contratto a termine in base alla stagionalità. Non si tratta di licenziamenti ma di un turn over legato ai picchi o meno di lavoro. Si tratta di dipendenti che fanno parte di un bacino e quando saranno richiamati manterranno l’anzianità acquisita".
"L’andamento non facile del periodo si era visto anche sul finire del 2024 con la cassa integrazione a zero ore da fine novembre al 24 dicembre, purtroppo è un settore in forte contrazione di volumi – aggiunge di nuovo Campofiloni – Adesso non sappiamo quando sarà possibile tornare a fare nuove assunzioni, quando cioè ci potrà essere un nuovo aumento di veicoli da produrre in linea". Le prospettive non sembrano buone. Alcuni dipendenti temono di essere a casa "almeno fino al prossimo ottobre o addirittura gennaio. Non è una bella situazione".
Andrea Settefonti