"Non è colpa solo della natura, ma anche dell’uomo". La premessa è già una scarica di spilli sul collo – simile alla pioggerella vaporosa che bagna piano le matasse fangose di mobilia, materassi, libri e ricordi accatastate fuori dalle case di Campi Bisenzio, divorate dalla furia delle acque la sera del 2 novembre – poi il ministro della Protezione civile Nello Musumeci affonda il colpo che gela i vertici del Pd toscano riuniti ieri, per un summit post-alluvione, nella ’capitale’ della Piana fiorentina, simbolo del disastro.
Ammutolisce il governatore Eugenio Giani, e con lui il sindaco della Metrocittà Dario Nardella e il segretario regionale dem Emiliano Fossi quando il ministro sentenzia: "In Toscana è successo che alcuni torrenti sono stati tombati che gli argini non sono stati sufficientemente consolidati, è accaduto che alcune aste fluviali sono state canalizzate riducendo la sezione idraulica e di fatto ingessando quei corsi d’acqua. Non è il rimedio consigliato per consentire alle acque di potersi leggermente espandere".
Così come, aggiunge ancora Musumeci, "è accaduto che alcune vasche d’espansione seppur finanziate non sono state completate". "Alcuni corsi d’acqua si sono rotti dove già si erano rotti, questo vuol dire che si era ricostruito male – argomenta ancora il ministro –. Noi dobbiamo, nei limiti del possibile, ricostruire e ricostruire bene. Questo governo ha messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per la sicurezza del territorio. L’uomo può attutire e mitigare gli effetti". Poi addolcisce la pillola ("parlo ovviamente con una visione nazionale, non specifica"), ma la bordata è già partita. È un duello squisitamente politico, consumato nel perimetro del municipio campigiano e lontano dalle orecchie dei cittadini che per le strade scivolose e sotto un cielo livido e grave continuano a spalare fango dai garage, a scrostare cornici con foto di famiglia, a asciugarsi il viso dalla pioggia e da qualche lacrima.
Giani, che prima dell’incontro aveva stimato 2 miliardi di euro di danni nei Comuni toscani colpiti dal disastro, cerca di smussare: "Voglio vivere uno spirito di grande collaborazione e conseguentemente penso a fare come ho fatto in questi giorni. Spero prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche".
Nardella è più duro ("credo sia ingeneroso dire che la Toscana sia all’anno zero per la prevenzione perché allora mi verrebbe da chiedere: tanti altri territori in Italia allora a che anno sono?"), mentre i parlamentari del Pd eletti in Toscana a seguito del vertice istituzionale affidano a una nota il loro sdegno: "Il ministro Musumeci è venuto a Campi a fare politica – attaccano –. Lo abbiamo ascoltato minimizzare il problema del cambiamento climatico, che a suo dire va accettato come fatto ordinario, cercare di addebitare agli enti locali toscani la responsabilità della mancata realizzazione di opere idrauliche essenziali e alle imprese quella di non essersi assicurate. Il ministro forse non sa che negli ultimi anni sono stati spesi 85 milioni di euro per opere sul reticolo minore della piana fiorentina".
In serata la replica dei parlamentari toscani di FdI: "Il Pd toscano cerca a tutti i costi lo scontro con il governo sull’alluvione. É veramente desolante".