La parte di villa Montalvo che si affaccia sul fiume è adesso ’imbrigliata’ da un nuovo muro, in cemento armato, alto dieci metri che da valle dell’antica residenza nobiliare arriva alla rottura dell’argine del torrente Marina. Gli operai lavorano alacremente, anche la domenica, per terminare l’opera entro metà novembre. Oggi il torrente Marina appare poco più di un rigagnolo. Niente in confronto a quel vortice d’acqua che un anno fa, intorno alle 22,30, con una forza devastante ruppe l’argine trascinando giù il vecchio muro di cinta della villa, scagliandosi con violenza prima dentro il parco e dentro la biblioteca (a oggi la ferita che fa più male per il gran quantitativo di libri e documenti persi), poi inondando tutta – o quasi – la città. Che già stava facendo i conti con l’esondazione del Bisenzio all’altezza di Santa Maria. Tra il 2 e il 3 novembre del 2023 vennero giù 180 millimetri di pioggia in sei ore, circa il 20% dell’acqua che cade su Campi in un anno. La città restò sott’acqua per giorni, con centinaia di persone prima intrappolate nelle loro case poi evacuate. E ci fu anche una vittima. "Un disastro peggiore dell’alluvione del 1991" dicono i campigiani che anche a settembre scorso, a causa dei tombini intasati, si sono ritrovati di nuovo l’acqua in casa. "Appena piove torna la paura" confessa un anziano residente e ribadiscono in tanti sulle chat nate all’indomani dell’alluvione per scambiarsi informazioni, consigli e darsi conforto. "La situazione sta tornando alla normalità: i due cantieri sulla Marina, quello di villa Montalvo e quello a monte, lato parco, stanno terminando. Così come è alle fasi finali il cantiere sull’argine del Bisenzio" dice l’assessore ai Lavori pubblici e alla Protezione civile Tommaso Landi, ricordando che "anche lì si sta realizzando un muro in cemento armato formato da casse di prefabbricati. A conclusione dei lavori di somma urgenza la sicurezza idraulica sarà maggiore rispetto al passato".
Ma, come ribadisce il sindaco Andrea Tagliaferri, "sono necessari 160 milioni per la sicurezza idraulica di Campi". Alla vigilia dell’anniversario dell’alluvione – che sarà ricordata stasera con una fiaccolata silenziosa – il primo cittadino torna a tuonare contro Roma: "Davanti allo sforzo immane dei cittadini e degli enti locali, aspettiamo una risposta dal governo. Ancora non sappiamo se e quando arriveranno questi aiuti". E gli aiuti li chiedono anche cittadini e imprese che fino a oggi hanno avuto "pochi spiccioli". Ad accezione dei 3mila euro di contributi di immediato sostegno – e gli aiuti arrivati tramite raccolte fondi private – tante famiglie hanno investito i risparmi per risistemare le abitazioni completamente inondate. "Chi ci ridà i soldi che abbiamo speso per rifarci la casa?" è la domanda che si pongono i residenti delle vie Cetino, Donizetti, Ponchielli e aree limitrofe. "C’è chi ha chiesto prestiti ad amici e parenti e chi si è indebitato con le banche" racconta un residente di Santa Maria. Anche le imprese, da quelle più piccole a quelle più grandi - in certi casi simboli del Made in Italy in Italia e all’estero – hanno potuto contare solo sulle proprie gambe. Nella zona industriale di Capalle c’è chi, nonostante i milioni di danni, non si è dato per vinto e ha deciso di mettere in sicurezza la propria azienda facendo installare delle paratie stagne, una sorta di Mose di Venezia ma in salsa campigiana, ovvero da installare all’occorrenza. Un’idea che altre aziende sono pronte a copiare. "La sicurezza è prioritaria per noi, i nostri dipendenti e anche per fronteggiare i rincari delle assicurazioni" sono le parole degli imprenditori.