di Roberto Davide Papini
FIRENZE
Posti in piedi, letteralmente, nella sala al piano terra del Quartiere 2, a Villa Arrivabene, per la presentazione del documentario dedicato a Kurt Hamrin, a 90 anni dalla sua nascita, introdotto Michele Pierguidi (presidente del Quartiere 2) e condotto dal giornalista Massimo Sandrelli. Si tratta di “Kurt Hamrin, l’Uccellino dalle piume viola”, lavoro realizzato da Massimo Cervelli e Marco Vichi, ideatori del canale Youtube “Nuvole di Calcio” dove sarà possibile vederlo. Un evento che si è chiuso con la proposta del Fiorino d’Oro alla memoria per rendere omaggio al campione svedese ( poi diventato “fiorentino“) scomparso nel febbraio scorso.
Tanti tifosi ed ex giocatori viola per un affascinante viaggio a ritroso nel tempo per raccontare vita e imprese del più grande goleador della storia viola: con 208 reti su 362 gare ufficiali disputate (tra campionato e coppe) Hamrin è il miglior marcatore della storia della Fiorentina e fino all’avvento di Batistuta era anche il miglior goleador viola in Serie A. Proprio Batigol con i suoi 152 gol lo ha sorpassato di una rete.
La prevista consegna del Pegaso alla memoria da parte della Regione è stata rimandata per impegni istituzionali del presidente Giani, mentre è stata avanzata, da Vichi e Cervelli, la proposta al Comune (rappresentato dall’assessora allo Sport Letizia Perini) di conferire ad Hamrin il Fiorino d’Oro alla memoria. Proposta ricevuta favorevolmente dall’assessora Perini e che dovrà essere esaminata da Palazzo Vecchio. "Quando si parla della storia della Fiorentina e di campioni come Hamrin, si parla della storia di Firenze", ha detto Perini. Atleta straordinario, capace di vestire la maglia della nazionale svedese nell’hockey su ghiaccio e nel calcio (diventando vicecampione del mondo nel 1958, proprio in Svezia) da ragazzino Hamrin ha un modello di classe come l’inglese Stanley Matthews. Hamrin scrive pagine memorabili in maglia viola, vincendo la Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e sfiorando lo scudetto.
Grazie al genio di Beppe Pegolotti, grande giornalista della "Nazione", Hamrin diventò per tutti “Uccellino”: "Scrisse che il mio modo di correre ricordava quello di un uccellino che vola" come raccontava lo stesso Kurt.
Tra le tante presenze, un posto d’onore è andato ai familiari del bomber svedese con Marianne Hamrin, moglie e compagna di una vita di Kurt, e i figli Piero, Carlotta e Riccardo. Proprio Piero ha confessato la sua emozione e commozione nel vedere il documentario. Ma alla fine in tanti avevano “i lucciconi“, perché Hamrin era amatissimo come campione, ma anche stimatissimo come persona. Accanto alle doti di grande calciatore, c’erano quelle di una persona straordinaria, generosa e gentile, uno svedese innamorato di Firenze.