
Gli allagamenti causati dall’esondazione del Rimaggio a Sesto (FotoGermogli)
Era successo nel 2023 e si è ripetuto ieri. Un unico fronte di perturbazione esteso da Livorno al Mugello, passando per le province di Pisa, Prato, Pistoia e Lucca. Un fenomeno singolare abbinato, in entrambi i casi, a un meteo estremo, con piogge abbondanti e persistenti. Per capirne di più abbiamo intervistato Bernardo Gozzini, direttore del Lamma, il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale della Toscana.
Direttore, in questi giorni abbiamo assistito a un fenomeno simile a quello del novembre 2023. Come mai? "È una combinazione che colpisce, ma che può essere dovuta al semplice ripetersi di condizioni analoghe. In entrambi i casi le linee temporalesche si sono create per una linea di convergenza fra venti provenienti da sud est e ovest sud-ovest. Vista l’orografia e la conformazione del territorio, le nubi si sono dunque accumulate su una linea simile. Va detto però che ci sono anche molte differenze. Cambia intanto la stagione; poi nel 2023 registrammo delle intensità orarie molto più forti su sei ore. In questi giorni invece la pioggia si è distribuita su un lasso di tempo molto più lungo con intensità minori".
Quali altre caratteristiche ha avuto questa ondata di maltempo? "Il primo elemento importante è che, purtroppo, è piovuto sul bagnato. Le piogge sono arrivate mentre il territorio aveva già ricevuto precipitazioni consistenti. E il fenomeno ha riguardato anche l’Arno".
Quanto è piovuto? "Una ventina di stazioni di rilevamento dei dati pluviometrici della rete Cfr toscana hanno registrato cumulate superiori ai 100 millimetri, nelle 24 o nelle 36 ore. In Mugello, ben cinque stazioni hanno superato i 100 mm nelle 12 ore. Quella di Ronta, vicino a Borgo, ne ha registrati 140 dalle 19 di giovedì alle 16 di venerdì. Per avere un parametro di riferimento basti pensare che, di solito, in tutto il mese di marzo cadono in Mugello circa 70-80 mm di pioggia, a Firenze 60-65 mm".
Nel 2023 le piogge furono più o meno intense? "Come dicevamo fu diverso. In quel caso registrammo eventi con tempi di ritorno superiori ai 200 anni nelle cumulate sulle 6 ore. In questi giorni, siamo su tempi di ritorno di 40-50 anni, ma sono 24 ore che piove. La persistenza del fenomeno satura i terreni e mette in crisi sia i reticoli minori che i grandi fiumi".
È normale un temporale di questo tipo a marzo? "In realtà fenomeni temporaleschi così intensi e duraturi sono molto più comuni in autunno, quando il mare è ancora caldo e c’è molta energia. Registrarli a marzo è abbastanza strano e raro. La stagione renderebbe più probabile un temporale breve, ma quest’anno le condizioni sono particolari anche perché, purtroppo, la temperatura del mare è ancora alta".
È da giovedì che c’è un allarme molto alto: gli eventi hanno corrisposto alle previsioni? "Abbiamo avuto più pioggia del previsto giovedì sera, ma in linea di massima molti modelli convergevano su fenomeni simili a quelli che si sono effettivamente verificati".
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi giorni? "Le precipitazioni proseguiranno domani (oggi, ndr) anche se con un’intensità un po’ inferiore. Dovrebbero quindi concludersi in serata per poi lasciare spazio a un miglioramento a partire da domenica (domani, ndr). Nei giorni successivi, fino al prossimo fine settimana, dovremmo avere un calo delle temperature, senza ulteriori piogge".