Firenze, 15 ottobre 2023 -"Menomale che c’è Gregorio che tiene un po’ pulito e vigila, altrimenti qui sarebbe sempre sporco, allagato e si vivrebbe con la paura della gentaglia" è il coro di chi abita a Varlungo e Guarlone. Gregorio Jergulescu è l’angelo del sottopassaggio pedonale tra via Aretina a via Marangoni, quel budello infernale sotto la ferrovia troppe volte al centro delle cronache per risse, spaccio, rapine, molestie.
Insicurezza e degrado hanno regnato qui a lungo e tuttora non è che sia rose e fiori. È un punto ideale per chi vuol bivaccare, drogarsi, gettare rifiuti o sia animato da qualsiasi cattiva intenzione, perché offre una facile via di fuga: "Quando la pattuglia arriva da un lato, i malfattori scappano dall’altro", spiegano i residenti. Un eroe del sottoproletariato urbano, arrivato in punta di piedi, che si è eletto custode di questo antro, inizialmente guardato con diffidenza, ora presidio imprescindibile, quasi un maggiordomo di quartiere amato da tutti, che spazza e asciuga continuamente quel sottoattraversamento dove lo sporco sembra generarsi da solo e le infiltrazioni riversano acqua a ogni filo di pioggia. Gregorio è un artigiano, abituato a reinventarsi. Come quando, una vita fa lasciò la sua Romania per venire a cercare fortuna in Italia, e ci era pure riuscito:
"Ho la ditta di muratore, ma so fare anche il piastrellista, l’imbianchino e tanto altro". Fino a quel maledetto incidente: "Mi sono rotto due costole. – racconta – Continuo a lavorare, ma finché non si sono mai risaldate per bene non posso prendere lavori pesanti. Per campare, quando non ho nessun lavoro per le mani, vengo a dare una mano qui: che dovevo fare? Andare a rubare mai". "Tiene sempre tutto pulito e disinfetta, non come era prima qui – interviene il gruppetto di donne che ce lo ha presentato – Prima che ci fosse lui inoltre c’erano molti più delinquenti. Adesso ci sentiamo più sicure". "Ho sventato vari scippi", conferma sottovoce, con modestia, Gregorio. Per i servizi che svolge volentieri chi passa gli lascia qualche spicciolo. Ma non basta per un affitto: "Dormo fuori su un materasso, finché non trovo un altro lavoro o gli assistenti sociali non mi trovano una sistemazione – si apre – Non mi vergogno a dirlo". Però tra poco arriverà l’inverno: "Se trovassi un lavoro e una casa, sarei un uomo felice".
Carlo Casini