Preservare la propria integrità e umanità in un mondo dominato dall’avidità e dall’individualismo. Questo l’obiettivo del viaggio spirituale e filosofico, guidato da un Maestro e il suo Allievo, che debutta in prima assoluta a Firenze. Appuntamento il 2 e 3 novembre alle e 20,30 al teatro Goldoni, dove va in scena ‘L’anima buona del Bhutan’, spettacolo teatrale di Filippo Renda, in scena con Antonio Fazzini, che chiude la ‘Trilogia del desiderio’, progetto teatrale sul rapporto che la società contemporanea ha con la possibilità di immaginare utopie comuni. Lo spettacolo è ambientato in un contesto contemporaneo, dove i protagonisti sono individui che vivono ai margini della società capitalista. I due narratori, figure spirituali che guidano questo viaggio, conducono il pubblico attraverso storie che si intrecciano, esplorando la possibilità di vivere secondo principi di bontà e altruismo in un sistema che sembra premiare l’opposto.
Attraverso dialoghi ricchi di ironia e paradossi, tipici del pensiero taoista, il Maestro sfida continuamente l’Allievo a guardare oltre le apparenze e comprendere la complessità della vita e la profondità degli insegnamenti spirituali. Questa dinamica crea momenti di confusione, riflessione e, infine, di illuminazione, offrendo agli spettatori una narrazione ricca di umorismo sottile e saggezza. Situazioni diverse mettono alla prova i protagonisti, alternando il racconto principale a riflessioni filosofiche e generando spunti di meditazione sulla vita e sulle scelte personali. Immersi nel Taoismo, i due personaggi esplorano le sfide di una vita guidata dalla bontà e dall’altruismo". Lo spettacolo, nell’ambito dell’Avamposti Teatro Festival, è organizzato da Teatro delle Donne. Prevendite online anche su www.ticketone.it.
Maurizio Costanzo