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L’Anno Accademico Universitari al via Gli auguri del ministro "Siamo al vostro fianco"

L’intervento di Anna Maria Bernini in collegamento da Roma: "Il merito non è un’istantanea. È un percorso lungo e anche faticoso". Nardella: "Serve più collegamento fra la scuola e il mondo del lavoro" .

L’Anno Accademico Universitari al via Gli auguri del ministro "Siamo al vostro fianco"

Mentre fuori da Palazzo Vecchio c’è chi esprime la propria contrarietà, all’interno – nel Salone dei Cinquecento – si inaugura l’anno accademico 2022-2023 dell’Università di Firenze, con un +3% dei nuovi iscritti e oltre 140 corsi di studio disponibili.

Salone pieno, anche di studenti e di personalità come il presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco Dario Nardella. E, da remoto, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che dice: "Il merito non è un’istantanea. È un percorso lungo, anche faticoso".

I ragazzi che si cimentano nell’Università in effetti devono faticare per arrivare al traguardo ed è giusto così.

Il problema è che ultimamente la fatica è anche legata a problemi collaterali come il caro affitti (tanto che dall’Udu si fa riferimento "al diritto all’alloggio") e, una volta finito tutto, non è che prendi e entri nel mondo del lavoro. Spesso ci vuole (molta) pazienza.

"Ancora troppe volte non ci sono collegamenti tra il mondo del lavoro e il mondo della formazione", evidenzia Nardella secondo cui si deve aiutare gli studenti anche sul caro affitti, mettendo "in campo un fondo nazionale per aiutare le amministrazioni".

A pochi passi di distanza anche Giani afferma che per rilanciare il sistema universitario servono "risorse, il mondo dell’Università e della ricerca è il domani. Deve essere poi costruito un rapporto fra ricerca e mondo del lavoro".

Da questo punto di vista Bernini evidenzia che "il ministero dell’Università, della Ricerca scientifica e tecnologica c’è. Abbiamo ereditato un’esperienza di Pnrr che ha dato l’opportunità sia all’Università, sia agli enti di ricerca, sia agli enti di formazione".

Il rettore Alessandra Petrucci allarga il quadro: è necessario ampliare l’accesso, ridurre la dispersione scolastica. E poi trattenere gli studenti. Non è che vengono qui a Firenze e poi se ne vanno in cerca di opportunità lavorative.

"Dobbiamo trasformare le presenze provvisorie, legate agli anni di studio, in scelte permanenti, al fine di creare le opportunità per trattenere quelli che saranno i nuovi professionisti e, forse, i nuovi cittadini di Firenze – afferma Petrucci -. L’Università deve essere il punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro, per i suoi studenti e laureati. L’Ateneo fiorentino parla al mondo".

Si parla al mondo e per raggiungere una felicità che non sia solo istantanea serve, come sottolineato da Sciarra, "passione, potente leva della vita che va coltivata in tutti i campi". Sperando di mettere gli studenti nelle giuste condizioni per poter fare bene.

Niccolò Gramigni