Firenze, 26 gennaio 2025 – Quando Antonio Sangermano, rappresentante del ministero della Giustizia, ha preso la parola, non c’erano più quasi un centinaio di suoi ex colleghi ad ascoltarlo: con la toga indosso, una coccarda tricolore appuntata sul petto e la Costituzione salda tra le mani, i magistrati avevano abbandonato l’aula, come da copione. La protesta dell’Anm, andata in scena in tutti i distretti d’Italia, a Firenze ha trovato sponda sia nel procuratore generale Ettore Squillace Greco ("Condivido e faccio mie le ragioni di allarme espresse dai colleghi che hanno lasciato l’aula"; poi una battuta a Sangermano: "Mi dispiace che ha dovuto parlare solo davanti a toghe rosse", riferito ai costumi delle prime file rimaste in sala), che nel presidente della Corte d’Appello toscana, Alessandro Nencini, che, al termine del suo discorso (l’ultimo, poi andrà in pensione) che ha aperto la cerimonia, ha incassato una lunga standing ovation. "La separazione delle carriere - ha detto Nencini - è uno specchietto, è un progetto con cui si vuole ridisegnare l’ordine costituzionale. Il vero obiettivo è lo spacchettamento dell’ordine superiore del Csm" e pure quello di "ridurre ai minimi termini autonomia della magistratura. Così si crea anche una separatezza culturale tra pm che entra nella cultura dell’amministrazione per avvicinarsi all’esecutivo, si crea così un giudice sempre più solo davanti alle aggressioni esterne, più burocrate e attento ai risultati aziendalistici ma meno ai diritti dei cittadini".
Concetti ribaditi anche nell’intervento del presidente della giunta toscana dell’Anm, Alessandro Ghelardini: "I problemi della giustizia sono altri". Nella giornata delle proteste, fuori dal palazzo di giustizia di Novoli si è tenuto anche un picchetto della Cgil. La scopertura degli organici (media del 35%) è un altro nervo scoperto della macchina della giustizia, non solo fiorentina.
Dramma lavoro. Davanti al presidente della Regione Eugenio Giani, all’ex sindaco Dario Nardella, all’attuale Sara Funaro, il discorso di Squillace Greco ha toccato anche le pagine più nere della recente storia cittadina. "In materia di tutela del lavoro si registra una lieve flessione delle iscrizioni per lesioni gravi e gravissime derivanti dalla violazione delle norme sulla prevenzione infortuni – 1,94%, ma sono aumentati del 70% le iscrizioni per omicidio colposo - l’analisi del procuratore generale -. Qui il pensiero non può che andare alle tragedie, tra le altre, di via Mariti a Firenze e di Calenzano. Quello che qui posso dire è che le indagini sono in corso e vengono svolte con l’impegno adeguato e necessario. Ma quei morti ci chiamano in causa, tutti!".
"Dobbiamo fare i conti - ha aggiunto Squillace Greco - con nuove forme di segmentazione del processo produttivo che troppo spesso sono funzionali solo a ridurre il costo del lavoro, cooperative spurie che durano il tempo di un appalto o di un subappalto, nuove forme di caporalato che si diffondono anche in settori diversi dall’agricoltura".
Le mafie. Nei nostri territori sono stati, secondo la procura generale, "da tempo inseriti nel circuito economico legale capitali mafiosi che non è possibile aggredire utilizzando solo gli strumenti legislativi che sono propri del sistema antimafia". Anche le contestazioni dell’associazione mafiosa, sovente frantumatasi nei dibattimenti, "possono rivelarsi non sempre adeguati allo scopo, per l’impossibilità di cogliere, nel moderno agire mafioso, tutti i tratti caratterizzanti tale delitto. Riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti, formazione di imprese a partecipazione mafiosa che si inseriscono nei circuiti economici legali, sono fenomeni che si sviluppano, oggi, con modalità nuove e in ambiti territoriali ben più ampi di quelli tracciati dai confini regionali e anche nazionali".
Spiezia assente. Assente alla cerimonia per "motivi familiari" il procuratore Filippo Spiezia, l’escalation di criminalità di strada a Firenze è documentata nei numeri della sua relazione. Segno più in rapine, furti con destrezza e in abitazione, danneggiamenti (le ’spaccate’), reati connessi alla droga. Boom anche nelle denunce dei minori.