GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Lanterne, cartelloni e palloncini. L’urlo degli amici al flash mob: "Rispetto e giustizia per Maati"

Trecento in piazza e cinque diversi messaggi come le coltellate che lo hanno colpito: "Non merita l’oblio". Lo strazio della mamma: "Sono venti notti che mi sveglio e che immagino mio figlio mentre viene rincorso". .

In tanti ieri hanno partecipato al flash mob in piazza a Certaldo per ricordare Maati (FotocronacheGermogli)

In tanti ieri hanno partecipato al flash mob in piazza a Certaldo per ricordare Maati (FotocronacheGermogli)

"Amore", "Rispetto", "Empatia", "Verità", "Giustizia per Maati". Sono i cinque cartelli, come le cinque coltellate subite da Maati Moubakir, che i suoi amici tenevano in bella vista sul sagrato della chiesa di Certaldo, per ricordare il giovane accoltellato a morte a Campi Bisenzio lo scorso 29 dicembre. E proprio "Giustizia per Maati" è lo slogan che più volte, durante l’iniziativa voluta dalla famiglia e dagli amici del 17enne ucciso a Campi, è stato ripetuto dalle circa 300 persone che si sono riunite dalle 16.30 di ieri in piazza Boccaccio a Certaldo. Tra loro anche i migliori amici di Maati che stanno valutando la possibilità di organizzare iniziative in sua memoria anche a Campi o a Firenze e che faticano ancora a parlare: il dolore è troppo vivo, accanto alla ritrosia a ricordare quei momenti.

Non sanno dire perché Maati si trovasse a Campi quella notte, ma è forte il sospetto che alla base del suo assassinio possa esserci uno scambio di persona. Il flash mob si è aperto con un intervento del sindaco certaldese Giovanni Campatelli, che ha ricordato di aver indetto il lutto durante i funerali del giovane anche per portare la comunità a riflettere su quanto avvenuto, ricordando sgomento l’efferatezza del crimine compiuto. Accanto a lui, i genitori di Maati, i parenti e gli esponenti della comunità musulmana dell’Empolese. "Certaldo voleva essere con forza qui a testimoniare e a supportare Maati e la sua famiglia – le parole del governatore Giani - coloro che lo conoscevano ne parlano come di un bravo ragazzo e chiedono giustizia. E tutti noi dobbiamo impegnarci affinché ci sia giustizia nei confronti di una persona disarmata che è stata rincorsa, raggiunta sul bus e uccisa". Anche la madre Silvia Baragatti, non ha potuto fare a meno di far notare come Maati non avesse ricevuto aiuto quella tragica notte.

"Sono venti notti che mi sveglio e che immagino Maati mentre viene rincorso. Ed è una vera tortura, per me – ha detto – lo penso a terra sofferente, lo rivedo abbandonato. E forse non era nemmeno lui quello che cercavano. È stato raggiunto, accoltellato e ucciso nella totale indifferenza". La cerimonia è proseguita con un minuto di silenzio. "Maati era un ragazzo solare, voleva trovare il modo di rovesciare ogni situazione. Dava positività a chi aveva attorno – ha poi detto un amico, leggendo un ricordo – non merita l’oblio. E’ qui con noi e lo sarà per sempre". Diciassette i palloncini e le lanterne cinesi che hanno fatto volare gli amici mentre il padre Farid Moubakir e i rappresentanti della comunità musulmana gli hanno dedicato una preghiera in arabo. Poi il parroco di Certaldo ha invitato la folla a pregare, comunicando che la messa prevista per le 18 sarebbe stata in suffragio del giovane. Prima di un lungo applauso e di un appello ribadito da un’intera comunità: giustizia per Maati.

Giovanni Fiorentino