"Si è svegliato e mi ha preso la mano. Mi ha subito riconosciuto, l’incubo sembra finalmente finito". Ha la voce che trema Chiara, moglie di Ezio Clemente (in foto), il 91enne aggredito e rapinato la notte del 29 agosto, nell’androne del palazzo dove abita in via Maso Finiguerra, da una senza fissa dimora di 25 anni di origine romena. Era accanto al lettino del centro di riabilitazione “Don Gnocchi” di Firenze, quando il marito ha riaperto gli occhi, cercandola con lo sguardo e con la mano. "Non parla e ha una parte del corpo paralizzata – continua la donna –, ma è sembrato da subito cosciente, mi ha seguito con gli occhi nei miei spostamenti e i segnali sono positivi: è un miracolo".
Dagli ultimi bollettini medici, Ezio - difeso dall’avvocato Guglielmo Mossuto – sembrava destinato a non svegliarsi mai più. Durante la feroce aggressione, l’anziano era stato picchiato e, probabilmente cadendo all’indietro in una sorta di corpo a corpo per difendere il suo borsello, aveva sbattuto violentemente la testa, riportando delle fratture non operabili. Ricoverato all’ospedale di Santa Maria Nuova in gravissime condizioni, i medici fecero da subito trapelare del pessimismo, definendo lo stato di coma irreversibile. Ieri, però, verso le 17, la notizia che nessuno si aspettava. Compresa l’equipe medica. Ezio, dopo un mese, ha aperto gli occhi ed è uscito dal coma, dimostrando una forza straordinaria per un uomo della sua età.
Quella forza emersa anche il giorno dell’aggressione. Perché, nonostante le ferite, Ezio riuscì a raggiungere l’interno di casa e a chiedere aiuto. E preziosissime si sono rivelate le poche parole che l’uomo riuscì a proferire al figlio, dopo esser riuscito a trascinarsi nell’appartamento ricoperto del suo sangue. Egli riconobbe infatti la donna che lo aveva aggredito.
La 25enne, che viveva praticamente stabilmente sotto la tettoia del cinema Fulgor, è ora detenuta a Sollicciano, ed è indagata per lesioni, rapina aggravata e indebito utilizzo della carta di credito. Mentre il 91enne, che intorno a mezzanotte era rincasato dopo essere stato al pub di borgo Ognissanti a vedere la partita della Fiorentina, si trascinava nel suo alloggio ferito, la 25enne – difesa dall’avvocato Luca Maggiora – ha infatti usato il suo bancomat, in modalità contactless, per un acquisto di tredici euro in un minimarket di via dei Vanni.
Dalla pandemia si era accampata davanti al vecchio cinema Fulgor, mescolata al popolo di disperati e consumatori di crack che da tempo gravita nella zona. Tutti la conoscevano. Anche Ezio, che, secondo il racconto della moglie, aveva provato più volte ad aiutarla.
Oggi è anche il giorno dell’esame del dna sugli indumenti indossati da Ezio quella notte, i vestiti sequestrati alla rumena e altri reperti. Servirà per accertare la responsabilità della ragazza arrestata, ma anche per stabilire se la notte dell’aggressione fosse da sola o in compagnia di qualcun altro, nell’androne del palazzo in cui abita l’anziano. Il pubblico ministero Lorenzo Boscagli ha nominato un proprio consulente, che avrà il compito di ricercare tracce biologiche con un accertamento irripetibile. Mentre l’avvocato Guglielmo Mossuto fa sapere che non nominerà un proprio consulente.
Pie.Mec.